L’atto sottoscritto dal titolare del dicastero della Salute rende operativa la legge sul biotestamento, approvata nel 2017 ed entrata in vigore a gennaio 2018

“Ho appena firmato il decreto sulla banca dati nazionale per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat). Con questo atto la legge approvata dal Parlamento è pienamente operativo”. Lo ha dichiarato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, annunciando la firma della misura che dà piena attuazione alla legge sul biotestamento approvata dal Parlamento a fine 2017. 

Il provvedimento è entrato in vigore il 31 gennaio 2018, ma fino ad oggi mancavano alcuni passaggi. In particolare, mancava il registro dove vanno custodite le dichiarazioni presentate dai cittadini che possono essere depositate all’anagrafe dei comuni, alle Asl o negli studi notarili.

L’obiettivo della Banca dati, che aveva ricevuto anche il via libera dal Garante per la privacy, è quello di costituire un polo unico nazionale delle Dat, seppure su base volontaria, costantemente aggiornato, e di consentire un accesso tempestivo alle stesse da parte del personale medico in caso di necessità.

Nella banca dati, istituita presso il ministero della Salute, saranno raccolte, con il consenso della persona che si è avvalsa del testamento biologico, le copie delle dichiarazioni, i successivi aggiornamenti, nonché la nomina e la revoca dell’eventuale fiduciario, anche di coloro che non sono iscritti al servizio sanitario nazionale. Ai dati, che saranno conservati per 10 anni dal decesso dell’interessato, potranno accedere il medico, che ha in cura il paziente incapace di esprimere la propria volontà, e il fiduciario, se nominato.

Soddisfatta l’Associazione Luca Coscioni, che aveva prima diffidato il ministero della Salute e poi fatto ricorso al Tar Lazio.

La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 16 dicembre 2019. Erano ormai 10 mila le persone firmatarie dell’appello per l’istituzione della Banca dati indirizzato prima all’ex ministro Giulia Grillo e successivamente a Roberto Speranza.

“Le Dat depositate presso i Comuni o i notai – afferma il segretario dell’organizzazione, FIlomena Gallo – saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale. Per completare l’applicazione della legge 219 del 2017 – conclude – ora il ministero della Salute, le Regioni e le aziende sanitarie rispettino l’articolo 4 comma 8 della legge 219, laddove indica che questi devono provvedere ‘a informare della possibilità di redigere le Dat”.

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