Un documento della Società italiana di diabetologia presentato al 27esimo Congresso nazionale Sid, inaugurato ieri a Rimini, mette in guardia sugli aghi low cost, impiegati sempre più diffusamente.
La Società italiana di diabetologia lancia l’allarme sulla diffusione degli aghi low cost per penna da insulina o farmaci analoghi del Glp-1.
Ieri, nel corso del 27esimo Congresso nazionale Sid aperto a Rimini, è stato presentato un documento nel quale si mette in guardia paziente e medici sull’impiego di aghi low cost.
Come affermano gli esperti, “un ago low cost e di scarsa qualità può ostacolare il raggiungimento di un buon controllo del diabete. Non si riesce a somministrare correttamente medicinali anche di ultima generazione, perdendo parte del vantaggio terapeutico”.
“Sempre più di frequente – proseguono gli specialisti – purtroppo nelle gare regionali non vengono prese in considerazioni le specifiche tecniche che dovrebbero avere gli aghi di qualità. Troppo spesso a essere considerato è soprattutto il criterio economico”.
Infatti, nel corso degli ultimi anni, nei capitolati d’appalto si è andato trascurando l’aspetto della qualità degli aghi per penna.
Così, il ricorso ad aghi low cost provenienti dall’estero si è fatto sempre più massiccio.
E, come è facile intuire, si tratta di dispositivi di scarsa qualità.
“Sono stati segnalati diversi casi – riferisce Giorgio Sesti, presidente della Sid – di aghi che si piegano al momento dell’inoculazione del farmaco, rendendo la somministrazione inadeguata. Oppure, se l’ago è troppo lungo, si ottiene l’effetto opposto”.
Ma non è tutto.
La Società italiana di diabetologia ha lanciato un’altra allertà che riguarda il diffondersi del cosiddetto diabete urbano. A causarlo sono le cattive abitudini alimentari, la sedentarietà e una serie di comportamenti scorretti tipici di chi vive nelle città. A dirlo è anche un’indagine condotta dall’Istat, secondo cui le persone con diabete in Italia sono 3,27 milioni, di cui il 52% risiede nelle 14 Città metropolitane.
Secondo Sesti, il problema del diabete urbano “è un problema globale. L’International Diabetes Federation (Idf) prevede che nel 2045 i tre quarti della popolazione diabetica vivranno nelle metropoli o in città”.
Per contrastare questa tendenza, la Sid ha deciso di aderire al progetto ‘Cities Changing Diabetes’ allo scopo di promuovere stili di vita virtuosi”.
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