Il Tribunale ha deciso per la assoluzione di due medici coinvolti nel caso di una 33enne, deceduta in seguito di una complicanza dopo il parto cesareo.
Nessun dolo e nessuna negligenza: questo hanno stabilito i giudici che hanno assolto due medici, coinvolti nella vicenda delle 33enne morta per una complicanza post partum nel 2014.
I fatti sono avvenuti nell’ospedale Mellino Mellini di Chiari, in provincia di Brescia.
Sotto accusa per il decesso a tre giorni dal parto della giovane mamma T.D. una 33enne di origini albanesi residente in Italia da 8 anni, erano finiti due sanitari.
A.B., primario di ginecologia, e V.P.. I due medici erano stati denunciati dal marito della donna, morta per una complicanza post partum nel dicembre del 2014.
La giovane, dopo aver partorito con cesareo il proprio secondogenito, ebbe una coagulazione intravascolare disseminata che le provocò una serie di profonde emorragie. A nulla erano servite le numerose trasfusioni. La ragazza era morta.
Era stato il marito ad accusare i medici e a portarli in tribunale. Più volte aveva ribadito che subito dopo il parto sembrava che tutto andasse tutto bene.
Sia la giovane che il bimbo stavano bene.
Poi, improvvisamente, la situazione è precipitata e per la 33enne non c’è stato scampo. “Non dico che è colpa dei medici ma voglio vederci chiaro — aveva dichiarato all’epoca dei fatti al Giornale di Brescia —. Non è possibile morire di parto nel 2014”.
Adesso è arrivata la sentenza.
Una prima perizia accusava i medici, la seconda li aveva scagionati. Adesso, la terza perizia del medico legale richiesta dal giudice afferma che non c’è stata alcuna sottovalutazione dei rischi e della situazione, né tanto meno una condotta negligente.
Pertanto, il giudice Chiara Desenzani ha stabilito l’assoluzione per i due medici dell’ospedale Mellino Mellini di Chiari.
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