Esistono priorità a cui non ci si può sottrarre a lungo e la cui deroga potrebbe comportare danni ben più maggiori, anche a costo di andare incontro a disagi per gli utenti. Anche quando si tratta di utenti “particolari”. Parliamo della necessità di bonifica dall’amianto del padiglione Palermo dell’ospedale Cardarelli di Napoli, reparto che ospita detenuti da tutta Italia, in lista per interventi non di emergenza.
L’intervento di bonifica è previsto già da tempo e molto probabilmente partirà ad ottobre. Ciò comporterà sicuramente uno smistamento dei pazienti-detenuti in altri aziende e presidi ospedalieri, a seconda della disponibilità che questi daranno, nero su bianco, nei prossimi giorni. È prevista, infatti, in queste ore, una riunione organizzativa tra i vari soggetti coinvolti, dall’amministrazione sanitaria a quella penitenziaria, ponendo l’attenzione su due aspetti ugualmente importanti: la continuità nell’assistenza sanitaria, sia dei detenuti che degli altri pazienti vista la limitazione nell’utilizzabilità dei posti letto prevista, e la questione della sicurezza. Rispetto a quest’ultima, i sindacati, nella persona del segretario regionale della UIlpa, Domenico De Benedictis, pongono l’allarme: “I reparti di medicina protetta, che centralizzano l’assistenza sanitaria detentiva, (ndr. solo due in Campania, Cardarelli con 6-7 posti letto e Cotugno con 6 posti solo per malattie infettive) sono come delle sezioni carcerarie, con sbarre alla finestre e porte blindate. Ciò permette di razionalizzare le risorse, permettendo di utilizzare meno agenti per la sorveglianza rispetto a un piantonamento in corsia che prevede, invece, almeno due uomini per detenuto, armati di mitraglietta e giubbotto antiproiettile, se in regime di alta sicurezza.” Chiaramente, tutto ciò potrebbe ostacolare il lavoro di medici ed infermieri in reparto, e creare disagio agli altri degenti e ai visitatori. Non ultima, la riflessione sul fatto che molti ospedali cittadini che sono ubicati in zone ad alto rischio criminale.
Ecco perché la lista delle disponibilità delle 7 Asl e delle 10 aziende ospedaliere sarà vagliata anche dal Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, valutandone i requisiti di sicurezza. “L’incontro tra gli attori coinvolti serve a capire come articolare l’assistenza ospedaliera e come limitare il più possibile il disagio per gli utenti.” Il direttore sanitario del Cardarelli, Franco Paradiso, intanto minimizza la preoccupazione dei sindacati e assicura che “i lavori necessari per la rimozione dell’amianto dureranno solo un mese”.
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