Il Giudice ha riconosciuto oltre 700 mila euro alla famiglia di un 28enne costretto a subire l’amputazione della gamba per errore medico
La quarta sezione civile del Tribunale di Torino ha condannato Città della Salute a risarcire un 28enne per l’amputazione della gamba per errore medico, più specificamente per una mancata e ritardata valutazione della vascolarizzazione. Come riscostruisce il Corriere, nel maggio del 2015 il ragazzo, all’epoca 22enne, era caduto a terra mentre faceva parkour. Era stato portato in ospedale al Cto, dove gli era stata diagnosticata una lussazione al ginocchio. Due giorni dopo era stato trasferito alle Molinette e poi di nuovo al Cto, dove il 27 luglio i medici erano stati costretti ad amputargli parzialmente l’arto inferiore. In seguito all’accaduto, il giovane aveva riportato un’invalidità permanente del 40%.
Sul fronte penale il processo, che ha visto indagati ben 68 medici, si è chiuso con l’archiviazione del caso. Sul versante civile, invece, il Giudice ha stabilito che al paziente e ai suoi familiari dovranno essere versati complessivamente oltre 700 mila euro: il massimo possibile, anche sotto il profilo della personalizzazione del danno.
Nella sentenza – riferisce ancora il Corriere della Sera – si sottolinea come la vita del giovane sia stata stravolta da quel drammatico evento. Quanto al risarcimento dei familiari, “la perdita di un parente – scrive il Giudice – comporta una grave e profonda ferita che con gli anni è destinata a rimarginarsi lasciando una vasta cicatrice”, ma “la lesione del rapporto parentale per le gravi menomazioni di un congiunto si sostanzia in una ferita, a volte meno grave e profonda, ma destinata a rimanere sempre aperta”, e “potrebbe essere per questo foriera di una sofferenza analoga”.
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