All’operaio sono stati riconosciuti tutti i requisiti per ottenere l’assegno vitalizio quale vittima del dovere per l’asbestosi con placche pleuriche multiple contratta a contatto con l’amianto

La Corte di appello di Lecce ha riconosciuto come Vittima del Dovere un operaio saldatore dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto affetto da asbestosi per aver lavorato in officina ed a bordo di navi militari contaminate dall’amianto. Come rende noto l’Associazione Contramianto la sentenza ha sancito il diritto legando la patologia asbesto-correlata alla significativa e prolungata esposizione alle fibre killer di amianto nelle lavorazioni in Marina Militare.

L’uomo aveva svolto le mansioni di saldatore dal 1964 al 2004 contraendo, nello specifico, una “asbestosi con placche pleuriche multiple“, patologia giudicata causa di servizio.

Nella sentenza il Giudice ha chiarito come siano stati soddisfatti tutti i criteri per il riconoscimento del beneficio. In particolare, il Giudice – riferisce Contramianto – ha chiarito come nel concetto di missione vada ricompresa “… sia un’attività di particolare importanza, connotata da caratteri di straordinarietà o di specialità, sia un’attività che tale non sia e risulti del tutto ordinaria e normale, cioè, in definitiva, rappresenti un compito, l’espletamento di una funzione, di un incarico, di una incombenza, di un mandato, di una mansione, che siano dovuti dal soggetto nel quadro dell’attività espletata” concludendo quindi che la condizione di missione “può ravvisarsi nel normale e ordinario espletamento delle prestazione giuridicamente esigibile dal dipendente”.

Con riferimento alla causa di servizio il Collegio distrettuale ha precisato che la norma “ricomprende non solo i singoli eventi di tipo traumatico ma, per l’ampia formula adoperata anche le malattie professionali che producono gli esiti in questione“.

Infine, rispetto al requisito della condizioni ambientali la Corte d’appello ha evidenziato come il lavoratore abbia “effettuato la prestazione lavorativa in una condizione ambientale che, ora per allora, è da ritenersi particolare perché priva di standard protettivi per impedire la dispersione e inalazione di fibre di amianto..”.

All’uomo, inoltre, è stata riconosciuta anche l’equiparazione alle vittime del terrorismo con un maggiore assegno vitalizio.

Una decisione basata sul principio secondo cui “l’ammontare dell’assegno vitalizio previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esso equiparati è uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed essendo tale conclusione l’unica conforme al principio di razionalità equità di cui all’art. 3 della Costituzione come risulta dal diritto vivente rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa e ordinaria”.

Complessivamente il dipendente percepirà una pensione a vita di 1800 euro mensili oltre a un risarcimento che, tra speciale elargizione, doppia annualità e arretrati, può stimarsi in circa 350.000 euro.

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