Presentate alla FNOPI undici proposte per rafforzare il rapporto cittadini-infermieri e migliorare l’ assistenza infermieristica

Rafforzare l’alleanza tra cittadini e infermieri e stimolare una migliore qualità dell’ assistenza infermieristica. Questo l’obiettivo delle undici azioni di miglioramento proposte alla Federazione degli infermieri dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva. Proposte “strategiche” elaborate e discusse, a seguito dei risultati emersi dall’Osservatorio civico sulla Professione Infermieristica, tra tutti gli stakeholder.

“Quella dell’infermiere – commenta il presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli – è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini”. Per Mangiacavalli, nel futuro della sanità gli infermieri avranno un ruolo sempre più incisivo, basato sulla collaborazione sinergica con tutte le altre professioni sanitarie.

“La nostra professione – continua – ha come scopo il rapporto coi pazienti. È per noi un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto con i cittadini’ che da anni ci caratterizza: è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come soddisfare i loro bisogni di salute.

Dall’indagine emerge che per un cittadino su due il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza non solo in ospedale ma anche sul territorio: qui i cittadini chiedono soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona. Ad esempio, vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), o poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%). E ancora vorrebbero avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%).

I cittadini reputano il lavoro degli infermieri positivo ma temono anche che il tempo dedicato all’assistenza venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). Un paziente su quattro, infatti, segnala poca empatia e disponibilità all’ascolto e più di uno su tre vorrebbe maggiore integrazione con le altre figure sanitarie. Le proposte elaborate partono proprio da questi dati e mirano a rafforzare il ruolo degli infermieri.

Le proposte di Cittadinanzattiva

  1. Promuovere la cultura dell’integrazione tra più professioni sanitarie, investendo su modelli organizzativi idonei a rispondere al meglio ai bisogni di cura e di assistenza del paziente.
  2. Sfruttare appieno le opportunità della formazione professionale, spendendo in percorsi mirati (ma anche trasversali) che rendano l’infermiere “esperto“ e “specializzato”, in particolar modo dove l’ambito in cui opera lo richiede (es. cure primarie e servizi territoriali, area intensiva e dell’emergenza-urgenza, area medica, chirurgica, pediatrica e della salute mentale).
  3. Praticare soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona: l’infermiere a domicilio, l’infermiere di famiglia/comunità, l’infermiere all’interno di plessi scolastici e nelle farmacie dei servizi.
  4. Riconoscere e valorizzare il ruolo dell’infermiere nell’ambito dell’uso delle tecnologie sanitarie sul territorio, riconoscendo allo stesso un ruolo attivo nell’erogazione di specifiche prestazioni (es. telemedicina, tele monitoraggio, teleconsulto) inserite nei percorsi assistenziali.
  5. Lavorare sul ruolo proattivo degli infermieri riguardo alle cronicità ed altre situazioni di fragilità, rendendoli anche un anello di integrazione dei percorsi tra ospedale e territorio.
  6. Laddove presente, superare la logica dei minutaggi assistenziali con un criterio già in uso in altri paesi europei e che definisce un rapporto numerico specifico tra paziente-infermiere (1:6, ovvero un infermiere ogni 6 pazienti)
  7. Realizzare corsi di formazione che qualifichino e incrementino il rapporto con la persona e che dedichino specifici moduli all’empowerment, all’umanizzazione delle cure, alla relazione e alla comunicazione e in particolar al tema del dolore (L.38/10) in collaborazione con le associazioni di cittadini e pazienti.
  8. Valorizzare la professione infermieristica riconoscendo le competenze professionali all’interno dell’organizzazione dei servizi sanitari, adeguandone il governo.
  9. Promuovere il co-design dei servizi sanitari insieme ai cittadini, aprendo una riflessione su come evitare gli “effetti collaterali” della tecnologia applicata al mondo della sanità.
  10. Pianificare un’operazione di comunicazione pubblica congiunta (es. campagne di informazione nelle piazze) tra Cittadinanzattiva, associazioni di pazienti e FNOPI, organizzando eventi di prossimità allo scopo di far conoscere al cittadino chi è l’infermiere e quando è possibile rivolgersi a lui, per comunicare il valore e le nuove opportunità che la professione offre.
  11. Prevedere giornate di studio o di approfondimento presso le sedi degli Ordini locali, alla presenza di associazioni di cittadini e pazienti, in modo da facilitare lo scambio di idee e proporre interventi per soddisfare i bisogni specifici delle persone.

 

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