Presentata la Relazione annuale sull’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria 2016. Punta massima nelle Marche, valori minimi a Bolzano

Diminuiscono i medici che esercitano l’attività libero professionale intramuraria (ALPI). Nello specifico, il numero è passato da 59.000 unità relative all’anno 2012, pari al 48% del totale dei medici, a 51.430 unità nel 2016, pari al 43,3% del totale dei Dirigenti medici del Ssn. In media, nel Servizio sanitario nazionale il 47,3% dei dirigenti medici, operanti a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, esercita l’ALPI. E’ quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sull’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria 2016, trasmessa al Parlamento il 21 gennaio scorso.

I principali risultati dell’analisi evidenziano che 17 Regioni hanno provveduto ad emanare/aggiornare le linee guida regionali, evidenziando un’invarianza rispetto ai risultati della rilevazione 2015. In 13 Regioni/Province Autonome tutte le Aziende presenti hanno dichiarato di aver attivato l’infrastruttura di rete. In 6 Regioni/Province Autonome tutte le Aziende garantiscono ai dirigenti medici spazi idonei e sufficienti per esercitare la libera professione. Negli altri contesti la maggior parte delle Aziende ha fatto ricorso all’attivazione del programma sperimentale. Infine, 10 Regioni (2 in meno del 2015) hanno autorizzato l’attivazione del programma sperimentale.

“La rilevazione, anche quest’anno – afferma il ministero della Salute – evidenzia un’estrema variabilità del fenomeno tra le Regioni”.

Ciò “sia in termini generali di esercizio dell’attività libero professionale intramoenia, sia in termini specifici di tipologia di svolgimento della stessa”. Le punte, che superano quota 56%, si registrano nelle Marche (63%), in Liguria (59%), nel Lazio (57%) e nella Provincia Autonoma di Trento (60%)

Viceversa, il rapporto tra medici che esercitano l’Alpi sul totale dei medici in esclusività, tocca valori minimi in Sardegna (28%),Sicilia (34%), Calabria (35%),Umbria (36%) e Provincia Autonoma di Bolzano (16%).

“In generale – conclude il ministero – l’analisi del contesto nazionale mostra nel complesso esperienze avanzate e altre in fase di allineamento e consolidamento”.

 

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