Le ultime novità normative non aiutano il danneggiato a chiedere il risarcimento. Ce ne parla l’avvocato Maria Lisa del Grande
Buche e dissesti stradali sono molto spesso il grande nemico di automobilisti e motociclisti. Un pericolo costante per chi è alla guida, sopratutto nelle città, ancor più in quelle di grande dimensioni. Al danno poi quasi sempre si unisce la beffa e così il cittadino danneggiato (per problemi fisici causati da un incidente o da una caduta, o per più lievi ma in molti casi costosi danni ai mezzi di trasporto) per essere rimborsato entra in un tunnel che rischia di non portare a nulla, al massimo a una causa e quindi, nell’immediato, a nuove spese da sostenere.
Al proposito, il caso più scandaloso riguarda proprio la Capitale: chi si sposta in auto o in motorino a Roma sa, infatti, bene come sia ridotto il manto stradale della città fra buche spesso non segnalate, pendenze anomale delle strade, una manutenzione ridotta all’osso quando non assente. Nelle giornate di pioggia, anche a causa dell’impiego di asfalto poco drenante, si creano nuove buche che, anche per chi percorre tutti i giorni la stessa strada, per quanto attento e accorto, possono causare incidenti, anche gravi. A Roma, nelle giornate di cattivo tempo, il cittadino deve ridisegnare la mappa delle buche che incontrerà lungo il suo percorso.
Le ultime novità legislative non aiutano, inoltre, il cittadino a chiedere un eventuale rimborso in caso di incidente provocato dal dissesto stradale. L’iter per ottenere il risarcimento è molto complicato e nella maggioranza dei casi il cittadino si vede negato oltre il diritto ad avere una strada adeguata e priva di pericoli anche l’indennizzo dovuto. Sono poche le persone che in seguito a danni causati da una buca stradale fanno causa al Comune. L’informazione confusa e frammentaria e i tempi lunghi non invogliano ad affrontare un contenzioso che rischia di essere per il cittadino uno spreco di tempo, denaro ed energia.
Responsabile Civile, per approfondire la questione, si è rivolto all’avvocato Maria Lisa del Grande per fornire una sorta di “prontuario” su come procedere in caso di caduta, infortunio o incidente per tutti i cittadini che non vogliono arrendersi a una simile ingiustizia.
“La città di Roma è piena di buche e di dissesti quindi non è una cosa strana che uno caschi dentro soprattutto con il motorino o con la macchina e si verifichino dei danni al mezzo oltre che alla persona fisica. Se si cade in una buca o a causa di una buca in teoria la responsabilità sarebbe del Comune. Vediamo però che cosa succede. Un tempo le strade di Roma erano di proprietà del Comune, ora invece ogni pezzo di strada è dato in appalto a una società che ne deve gestire la manutenzione. Di solito si procede scrivendo una lettera al Comune con la richiesta di risarcimento dei danni e il Comune risponde comunicando l’obbligo di scrivere alla società appaltatrice. Ogni strada di Roma è di competenza di una società appaltatrice che generalmente risponde chiedendo di dimostrare i requisiti di imprevedibilità e invisibilità dell’insidia, come per esempio la presenza di fogliame che copre la buca, il buio, la presenza di acqua, il formarsi recente della buca, il fatto che si conosca poco quel tragitto”.
“Per questo motivo – prosegue l’avvocato del Grande – la prima cosa da fare in questi casi è chiamare subito i vigili urbani o la polizia: non bisogna muoversi dal luogo dell’incidente ed è necessario attendere gli agenti affinché compilino il verbale che attesti il danno da un punto di vista legale. Documento senza il quale non è possibile dimostrare il danno. Sarebbe, inoltre, il caso di chiamare l’ambulanza anche per una semplice escoriazione in caso di danni fisici. È infine importante cercare testimoni che possano avvalorare l’accaduto. Più sono gli elementi raccolti, maggiori sono le probabilità di ottenere un risarcimento”.
“La lettera inviata al Comune – chiarisce il legale – generalmente non ha nessun effetto e quindi si passa direttamente alla causa che coinvolge sia il Comune sia la ditta appaltatrice, che sono corresponsabili della manutenzione stradale. Anche se è prevista la possibilità di chiudere in anticipo la pratica (conciliazione), si tende ad aspettare la sentenza del giudice che con le lungaggini dei processi italiani può durare anche degli anni. E’ necessario inoltre attendere anche il deposito della sentenza. Per quanto riguarda il risarcimento si tratta di una cifra che è variabile a seconda del danno del veicolo e del danno fisico, che si calcola in base ai punti di invalidità”.
“In percentuale – sottolinea Maria Lisa del grande – sono dunque poche le persone che fanno causa per la questione delle buche. Ci vuole grande convinzione, tempo, un avvocato e disponibilità economica nel sostenere la causa che non è però sicuro che venga vinta”.
A questo proposito, infatti, la sentenza di Cassazione n.12174 del 2016 ha introdotto un principio che modifica profondamente la materia del risarcimento. Se la strada dove avviene il sinistro è nota all’utente danneggiato, non vi è alcune responsabilità del Comune o di altro soggetto, in quanto si ritiene che il cittadino conosca bene le insidie e le asperità del tratto che percorre. Abbiamo visto, però, come in seguito a eventi naturali come la pioggia si possano creare nuovi dissesti. A meno che non esista solo ed esclusivamente quel percorso per recarsi sul posto di lavoro per evitare di incappare nella presunzione da parte della vittima della conoscenza dello stato della strada è importante riconoscere l’esistenza di strade alternative che conducono al medesimo luogo.
Diversamente dalle cause il Comune di Roma mette al servizio del cittadino un servizio che consente di segnalare la presenza di dissesti o pericoli sulla strada. Un dovere di educazione civica a cui tutti siamo chiamati ad adempiere per una città più agibile e sicura. È possibile migliorare lo stato delle cose. Con più di una lettera sullo stesso problema, l’amministrazione si attiverà prima e si ridurranno i danni causati da buche e dissesti. Una strada sicura è un diritto di tutti.