Carbone, tutti nelle stanze del potere per la "legge porcata"

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È una realtà sconcertante quella che sta emergendo dalle carte delle intercettazioni dei Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Un’indagine che ha portato le cimici nei palazzi del governo, anche negli uffici del Ministero dello Sviluppo economico.
L’indagine riguarda la centrale a carbone di Vado Ligure, di proprietà della Tirreno Power. Siamo nello scorso autunno, mesi successivi allo spegnimento della centrale decretato dalla magistratura perché, secondo una perizia, sarebbero da addebitarle fino a 400 morti. Una perizia contestata dall’azienda. Ma l’inchiesta della procura ha portato recentemente un’altra infornata di indagati, tra cui ex presidente della regione e anche la candidata, poi sconfitta, del Pd Raffaella Paita, oltre a decine di dirigenti della stessa società.
Dalle conversazioni intercettate emerge il ruolo attivo del ministero, di alcuni alti funzionari e dell’allora viceministro allo Sviluppo economico De Vincenti per scrivere una “legge porcata” (la definizione viene data dagli stessi intercettati) per poter bypassare la magistratura e consentire di riaccendere la centrale. Sono 130 le pagine contenenti le intercettazioni e all’interno – come Responsabile civile ha potuto appurare – sono numerosi i passaggi che coinvolgono direttamente le istituzioni centrali, impegnatissime a scrivere un decreto che piacesse all’azienda. Tanto che negli uffici del ministero della Guidi si è svolto anche un incontro con l’avvocato della Tirreno Power, l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, proprio – pare – per definire cosa inserire nel testo.
«L’Osservatorio nazionale amianto, che si occupa anche di altre fonti di inquinamento – ci dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente di Ona – aveva sporto denuncia contro la centrale così come altre associazioni. Fin da ora possiamo dire chiese dovesse esserci uno specifico provvedimento giudiziario, non esiteremo a costituirci parte civile».
 

Ritenete di essere vittime di un danno ambientale? Avete una situazione di inquinamento da denunciare? Inviate una email alla redazione (redazione@responsabilecivile.it) oppure telefonate allo 06-69320026 e sarete contattati gratuitamente dai nostri esperti.
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