Secondo la Procura di Catania avrebbero realizzato un sistema fraudolento diretto a far conseguire indebitamente ai loro assistiti indennità di accompagnamento e pensioni di invalidità
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito di un procedimento penale che vede indagati, a vario titolo, 21 soggetti per concorso aggravato nei reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale, ha delegato ai Carabinieri della dipendente Sezione di Polizia Giudiziaria, l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale del capoluogo etneo nei confronti di sei tra medici generici e specialisti e dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale e strutture sanitarie convenzionate.
I camici bianchi sono stati sottoposti a indagini dall’ottobre 2018 al gennaio 2020. Secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero realizzato un articolato quanto fraudolento sistema criminale diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento e/o pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto.
L’impianto delinquenziale congegnato avrebbe permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione.
L’inchiesta, avviata anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’INPS di Catania, ha evidenziato che due degli indagati, nel seguire sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’ASP che dell’INPS di Catania, si sarebbero avvalsi di una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania).
Questi ultimi, in cambio di laute somme di denaro, avrebbero compilato certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità; peraltro, gli assistiti sarebbero stati indottrinati dai medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…). Il tutto al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame e indurre in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’ASP di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’INPS di Catania.
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