Il testo prevede che la cefalea primaria cronica, accertata da almeno, da uno specialista del settore è riconosciuta come malattia sociale

Con 235 favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione, il Senato ha definitivamente approvato la legge sulla cefalea primaria cronica.

Il testo, che si compone di un unico articolo, prevede che “la cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, è riconosciuta come malattia sociale”, nelle seguenti forme: a) emicrania cronica e ad alta frequenza; b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; c) cefalea a grappolo cronica; d) emicrania parossistica cronica; e) cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; f) emicrania continua.

Con decreto del Ministro della salute, da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea, nelle forme previste, nonché i criteri e le modalità con cui le regioni attuano i medesimi progetti.

“L’Italia – commenta la deputata della Lega Arianna Lazzarini, segretario della Commissione Affari sociali di Montecitorio e prima firmataria della pdl approvata – diventa così il primo Paese in Europa ad adottare un provvedimento come questo. Un primo punto di partenza e di attenzione verso i circa sette milioni di italiani che ne soffrono, con una prevalenza netta di donne e nella fascia 20-50 anni. Un segnale concreto che accende i riflettori su questa malattia, affinché i soggetti che ne soffrono non siano più abbandonati a loro stessi e possano finalmente avere una speranza e una nuova dignità di vita. Questa è una malattia invisibile che oggi esce finalmente dal cono d’ombra in cui è sempre stata. Non parliamo del semplice ‘mal di testa’ passeggero, ma di una malattia cronica e invalidante vera e propria, molto più diffusa di quanto si possa immaginare, che purtroppo ha già portato alcuni pazienti a compiere anche gesti estremi”.

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