Grazie alla chirurgia mininvasiva la massa è stata completamente rimossa senza praticare incisioni sulla paziente

Un tumore solido-cistico di oltre venti centimetri di diametro è stato asportato con un intervento di chirurgia mininvasiva. E’ accaduto a Palermo, presso il Dipartimento oncologico “La Maddalena”. L’intervento è avvenuto nel mese di novembre 2017 ed è perfettamente riuscito. La paziente, infatti, si è recentemente sottoposta ad un primo controllo ed è in buone condizioni di salute.

La donna, 39enne, aveva partorito da poche settimane e presentava una voluminosa massa di natura benigna localizzata nel surrene di destra. L’operazione, durata 3 ore e mezzo, è stata condotta dall’equipe dell’UOC di Chirurgia, composta da Pietro Mezzatesta, Lucio Mandalà, Luigi Casà e Antonio Noto.

La paziente aveva scoperto la neoplasia già in fase di gravidanza, a seguito di alcuni controlli effettuati in un’altra struttura sanitaria del capoluogo. Dopo l’iniziale drenaggio percutaneo per ridurre il volume della massa, e favorire il parto, si era inizialmente sperato in una definitiva risoluzione del quadro senza necessità di intervenire chirurgicamente.

Sfortunatamente, qualche settimana dopo il parto, la massa si è ripresentata fino a raggiungere dimensioni enormi. L’espansione ha determinato una vistosa compressione e dislocazione degli organi interni della paziente la quale accusava disturbi sempre più pesanti.

La donna ha quindi deciso di rivolgersi alle cure de “La Maddalena”, dove è stata sottoposta ad alcuni esami diagnostici per indagare sulla natura della massa.

“La paziente è arrivata con referto di sospetta neoformazione cistica gigante del lobo epatico di destra – spiega Lucio Mandalà, responsabile della Chirurgia epatobiliare –. Ciò si spiega in relazione ai rapporti che questa massa contraeva con la parte destra del fegato da non consentire ai radiologi una sicura diagnosi circa l’origine della neoplasia. L’indicazione all’intervento era determinata dalla grave sintomatologia accusata, dalla tendenza a recidivare se drenata e non ultimo dalla necessità di una diagnosi di natura. Così, dopo un consulto in equipe, abbiamo deciso di proporre alla giovane donna di provare ad intervenire in laparoscopia, ed evitare un’incisione che sarebbe stata devastante per la neomamma”.

Il trattamento con l’approccio della chirurgia mininvasiva di voluminose masse addominali – spiega il chirurgo – è spesso controindicato per insuperabili difficoltà tecniche. “Tuttavia si deve sempre valutare questa possibilità per poter offrire i più elevati standard di cura”. Questi oggi “risultano possibili grazie a tecnologie sempre più avanzate”.

Si è trattato di un intervento molto complesso. Nel corso dell’operazione i medici hanno scoperto che la componente solida da cui originava la formazione era il surrene di destra e non il fegato. Il surrene, che nella norma ha dimensioni poco superiori ad una castagna, nella donna non era più riconoscibile in quanto completamente sostituito dalla neoplasia cistica.

Poco prima dell’intervento è stato necessario aspirare una parte della componente liquida della massa. In tal modo la parziale riduzione di volume della stessa ha consentito di procedere in laparoscopia. L’intervento ha visto la rimozione completa della massa, senza praticare incisioni sulla paziente.

 

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