Oggi proverò a spiegarti cosa sia una tecarterapia.
Se utilizzassi una terminologia tecnica il discorso sarebbe abbastanza complicato e forse di difficile comprensione per chi non mastica leggi della fisica e concetti di biofisica applicata al corpo umano. Quindi il mio intento sarà quello di rendere comprensibile a tutti i lettori, i principi e gli utilizzi di questa macchina utilizzatissima (forse anche troppo) in fisioterapia.
Il termine è un acronimo che indica Trasferimento Energetico CApacitivo e Resistivo T.E.CA.R, nome scelto dalla prima azienda che la progettò: l’iberica Indiba.
Dunque la Tecar è un condensatore. Ovvero un particolare componente elettronico formato da due elettrodi (pezzetti di metallo) separati solitamente da una membrana di seta imbevuta di ammoniaca, il tutto racchiuso in un cilindretto anch’esso di metallo. I due elettrodi sono vicinissimi ma non si toccano mai! Il condensatore è solitamente parte integrante di televisori, elettrodomestici, computer ecc. Ma nel nostro caso è una “scatola elettrica” che emette energia sul corpo umano. Il concetto principale è legato alla differenza di potenziale tra il manipolo e la famosa piastra che, sempre gelida sfortunatamente, si poggia sulla pelle degli utenti.
L’erogazione dell’energia induce un maggiore afflusso di sangue nella zona trattata ed una maggiore permeabilità dei capillari. Questo permette un iper-nutrimento locale che promuove una velocizzazione dei normali processi riparativi nei tessuti coinvolti. Provo a fare un esempio simpatico ma che possa rendere l’idea: quando da piccolo avevo l’influenza e quindi mangiavo poco, mia nonna con amore mi preparava un sanissimo uovo sbattuto con zucchero e cacao dicendomi: mangia mangia che questa è energia pura e stasera starai già meglio!
La Tecar quindi nutre in modo ottimale quei tessuti che per molteplici ragioni non riescono ad alimentarsi correttamente andando incontro a squilibrio, infiammazione e dolore.
Le indicazioni terapeutiche della Tecarterapia sono molteplici:

  • Distorsioni ed edemi
  • tendiniti e borsiti
  • lesioni muscolari, tendinee e legamentose
  • traumi contusivi
  • traumi ossei e osteoarticolari
  • riabilitazione post-chirurgica
  • cervicalgie e cervicobrachialgie
  • lombalgie e lombo-sciatalgie
  • meniscosi e lesioni meniscali (es. del ginocchio)
  • algie croniche
  • capsulite adesiva
  • condropatia femoro-rotulea
  • sindrome pubalgica
  • coxartrosi e gonartrosi
  • fascite plantare

Sperando di essere stato abbastanza chiaro Vi ricordo che potete contattarmi anche attraverso e-mail per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.

Dr Paolo Scannavini
pscannavini@gmail.com
Fisioterapista e Kinesiologo
Responsabile Fisioterapia Fisiopalestra MeRiBen
Mysa trainer
PNL Pratictioner
Consulente Wellness per Aziende

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1 commento

  1. Io credo sia il caso di cancellare questo articolo, poichè si leggono delle imprecisioni tecniche a dir poco abominevoli. Dr. Scannavini, le consiglio di farsi dare una spiegazione chiara ed approfondita su come sia fatta e come funzioni oggi una tecar, magari da un ingegnere, ne va della sua reputazione, mi creda.

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