Con il disegno di legge “Disposizioni per l’ammissione delle vittime dell’amianto e dei loro familiari al patrocinio a spese dello Stato”, presentato al Senato, prima firmataria on. Camilla Fabbri, ancora una volta si accollano alla collettività i costi dei danni prodotti dal perseguimento del profitto di pochi.
Si rimane nella solita logica in base alla quale si procede a“privatizzare i guadagni e collettivizzare i costi”, così come è stato fatto in tanti campi della vita nazionale, non ultimo quello delle scelte industriali.
Inoltre è ben strano il richiamo operato nella relazione di accompagnamento all’articolo 3, comma secondo della Costituzione “che impone alla Repubblica l’obbligo di rimuovere tutti gli ostacoli (anche di ordine economico) che impediscono ai lavoratori di partecipare alla vita sociale e quindi innanzi tutto all’attività giudiziaria”.
Un richiamo che non opera quando gli stessi lavoratori, vittime dell’esposizione all’amianto, per avere riconosciuti i propri diritti sono costretti ad un vero e proprio percorso ad ostacoli e debbono fare causa ad INPS ed INAIL, bracci operativi della Repubblica, a loro onere e spese. In questi casi l’obbligo di rimuovere gli ostacoli non interessa ai firmatari del disegno di legge.
E anche il “risultato di uguaglianza sostanziale” che, sempre secondo le parole della relazione di accompagnamento, questo provvedimento conseguirebbe è ben strano: l’unica esperienza di processi penali per disastro, morti e lesioni dovute ad esposizione ad amianto è strettamente legata alla città martire di Casale Monferrato. Le vittime delle altre città martiri, citiamo solo quelle di Priolo Gargallo, di Bagnoli, di Rubeira, non sono nella “platea delle vittime che possono accedere” ai benefici previsti dal disegno di legge, per mancanza di un procedimento giudiziario che potrebbe e dovrebbe essere attivato direttamente dallo Stato Italiano.
Siamo forse di fronte all’ennesima operazione che da un lato rinfresca la facciata un po’ appannata di qualche politico e dall’altro fornisce alimento ad un bacino elettorale?
Avv. Ezio Bonanni