Il giovane, di 8 anni, viene da dodici mesi di chemioterapia, ma nonostante il via libera dei medici è costretto a casa perché in classe ci sono dei compagni non vaccinati

Dopo dieci mesi di chemioterapia ottiene il via libera dai medici per tornare a scuola. Il tumore è in remissione. Ma in classe non può tornare, perché la malattia lo ha reso immunodepresso e ha cinque compagni non vaccinati.

E’ la storia, raccontata dal Corriere della Sera, di un bambino romano di 8 anni. Per i camici bianchi, è necessario che “la collettività frequentata dal paziente abbia effettuato le vaccinazioni previste”. Altrimenti il giovane, che a sua volta dopo la chemio “non può essere sottoposto a vaccinazioni”, rischierebbe la vita.

Il legale della famiglia ha inviato una diffida all’Istituto scolastico in cui sottolinea come vada garantito “il rientro del bambino in un ambiente protetto per il suo processo di guarigione”. Come evidenziato dai sanitari il giovane deve uscire dalle mura domestiche.

La madre racconta che il ragazzo si è chiuso in se stesso.

“Gioca solo ai videogiochi” e aspetta per giorni che un amico lo venga a trovare. Nella chat delle mamme la donna avrebbe provato più volte a convincere i genitori dei compagni ‘dissidenti’ e no vax a far vaccinare i figli. Ma senza successo.

L’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato ha assicurato che la Asl attiverà tutte le procedure previste dalla legge in accordo con l’autorità scolastica per richiamare le famiglie dei bambini ancora non vaccinati.

“Se persisterà una situazione che pregiudica il diritto ad accedere a scuola in piena sicurezza per la salute del bambino di 8 anni – ha dichiarato l’assessore D’Amato – scatteranno le sanzioni pecuniarie previste dalla normativa. Confidiamo nel buonsenso e ci auguriamo di non essere costretti ad utilizzare tutti gli strumenti di legge”.

Sulla vicenda, riporta ancora Il Corriere della Sera, è intervenuto anche il presidente della Regione, Nicola Zingaretti: “Questa storia – ha affermato – è assurda. Come Regione Lazio faremo di tutto affinché questo bambino possa tornare a scuola il prima possibile. È una questione di civiltà!”.

 

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