Cosa chiedono i pazienti ai loro medici? Lo svela un’indagine

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Competenza e professionalità al primo posto, ma al proprio medico i pazienti chiedono anche empatia

Qual è la dote che un paziente apprezza di più nel suo medico? La competenza. Lo ha stabilito un’indagine realizzata dal portale Dottori.it che rivela come, per la maggioranza degli italiani, il 26,1% è proprio questo il valore fondamentale, seguito – ma a una certa distanza – da gentilezza (12,6%) e meticolosità (9,2%).

Si tratta di peculiarità tali che spingono il paziente a segnalare il bravo professionista anche ad altri utenti. Ma non sono certo le uniche.

Un certo peso ricoprono anche la serietà (indicata dal 7,9% del campione) e l’onestà (7,7%). Sono qualità che pesano di più rispetto, ad esempio, all’amabilità e alla calma (che sono indicati rispettivamente dal 6,9% e dal 6,4% dei pazienti che hanno rilasciato una segnalazione).

Percentuali molto basse di utilizzo, invece, ottengono altre caratteristiche che potrebbero essere interpretate in maniera negativa: è il caso di “freddo”, “rigido” o “formale”. Contestualmente, è interessante notare come altre caratteristiche, che solitamente sono considerate positive in altri settori (pensiamo a termini come “spiritoso” o “originale”) vengono invece considerate in maniera negativa. È evidente, dunque, che la componente professionale è quella che ricopre maggiori interesse: eppure, l’empatia ha un ruolo importante, se è vero che viene citata fondamentale dal 6,4% del campione.

Per quel che riguarda la distribuzione geografica, c’è da notare che, se anche la classifica risulta abbastanza uniforme sul territorio nazionale, ci sono regioni che danno più valore ad alcune caratteristiche. I pazienti di molte regioni del Sud Italia, per esempio, considerano importante il fatto che il medico sia onesto (la percentuale sale oltre il 10% in Campania e Calabria) piuttosto che meticoloso. Un record per quel che riguarda l’amabilità dei medici si registra in Molise (9,4%), calmi (11,1%) in Friuli Venezia Giulia, schietti (3,9%) in Trentino Alto Adige e pazienti in Calabria (5,1%).

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