L’ENAC ha fornito indicazioni in merito alla tutela dei diritti dei passeggeri in seguito alle restrizioni imposte da alcuni Paesi ai passeggeri provenienti dall’Italia per evitare l’espansione dell’epidemia Covid19
A seguito della decisione di alcuni Paesi di imporre restrizioni all’accesso di passeggeri provenienti dall’Italia o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni, assunte al fine di limitare l’espansione della epidemia Covid19, l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha fornito una serie di informazioni in merito alla tutela dei diritti previsti dal Regolamento Comunitario numero 261 del 2004 per i casi di cosiddetta “forza maggiore”.
Nello specifico – chiarisce l’ENAC – “i passeggeri che sono in possesso di biglietto aereo il cui volo è cancellato, i passeggeri che, pur non avendo subito la cancellazione del volo, sono comunque soggetti alle restrizioni di Paesi terzi imposte nei confronti delle persone che provengono o che abbiano soggiornato in Italia negli ultimi 14 giorni e i passeggeri che per ordine delle Autorità sono soggetti a misure di contenimento dell’epidemia da Covid19 e che quindi non possono usufruire del biglietto aereo hanno diritto al rimborso del prezzo del biglietto da parte del vettore”.
Gli stessi passeggeri non hanno, invece, diritto “alla compensazione pecuniaria di cui all’art. 5 del Reg. numero 261 del 2004 che regola i casi di cancellazione, negato imbarco e ritardo prolungato in quanto la cancellazione del volo non è dipendente da causa imputabile al vettore”.
Tra i Paesi che hanno deciso di imporre restrizioni all’ingresso di cittadini italiani figurano, tra gli altri, Cina, Corea del Sud, Iran, Israele, Giordania, Arabia Saudita, Seychelles, Mauritius.
Ma anche piccole realtà come le isole pacifiche di Tuvalu e le Isole Cook. Il Kuwait e la Turchia hanno sospeso tutti i voli da e per l’Italia, mentre il consiglio di sicurezza della Repubblica Ceca ha deciso di sospendere i voli da Milano, Bologna e Venezia. L’Uzbekistan Airways ha sospeso i voli per Roma dal 1° marzo. Altri Stati, come Samoa, Bahrein, Turkmenistan, Iraq, Vietnam e Capo Verde hanno deciso che chi arriva dall’Italia potrà entrare solo dopo quarantena e certificato.
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