Troppi incidenti per la mancanza di una regolamentazione in materia. Multe fino a 651 euro per i trasgressori

E’ approdato in Commissione Lavori pubblici al Senato il cosiddetto disegno di legge ‘salvaciclisti’, che mira, entro l’anno in corso, a colmare una lacuna del nostro codice della strada regolamentando il sorpasso da parte degli automobilisti nei confronti delle due ruote, spesso viste dai conducenti delle vetture come un ‘intralcio alla circolazione’.
Allo stato, infatti, la normativa vigente in materia di circolazione stradale regolamenta il sorpasso in termini generali, ma manca nel nostro codice “un’individuazione ben precisa della distanza minima che gli automobilisti che sorpassano i ciclisti devono mantenere, nonostante i pericoli per la sicurezza che derivano dalla manovra”.
Negli altri Stati europei i rapporti  tra ciclisti e automobilisti sono disciplinati da tempo. Sulle strade di vari Paesi, ad esempio, sono presenti segnali che raccomandano alle automobili di mantenere, in fase di sorpasso, una distanza di almeno un metro e mezzo dalle biciclette che viaggiano ai lati della carreggiata. In Francia, così come in Spagna, la legge prevede una distanza di sicurezza di almeno 1 metro nei centri abitati e di 1,5 metri nelle strade extraurbane, con multe salate per i trasgressori.
Il testo del ddl, a prima firma del senatore Michelino Davino (Gal) e sottoscritto da oltre 60 senatori di ogni schieramento politico, prevede di novellare l’articolo 148 del codice della strada con l’introduzione del nuovo comma 3-bis, in base al quale, proprio in analogia a quanto avviene in molte nazioni Ue, è vietato “il sorpasso di un velocipede a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo”.
Il secondo comma dell’unico articolo del provvedimento, dispone poi che al mancato rispetto della distanza minima inserita, si applichino le medesime sanzioni dei commi precedenti, la multa da euro 163 a euro 651, nonché la sanzione amministrativa accessoria relativa alla patente di guida da uno a tre mesi (che sale fino a 6 mesi se alla guida è un neopatentato).
L’iniziativa legislativa, come spiegato nella relazione introduttiva, prende le mosse da una serie di dati allarmanti relativi alla circolazione sulle due ruote in Italia. In particolare, secondo i dati Istat del 2016, su 4 milioni di persone che pedalano (una media del 6% della popolazione, inferiore di due punti rispetto a quella europea) le statistiche evidenziano circa 250 ciclisti morti in un anno e oltre 16mila feriti con un indice di mortalità pari ad 1,43 (contro lo 0,67 delle autovetture) e un indice di lesività pari a 94,23 (contro il 65,05 delle autovetture).
Gli incidenti più gravi, secondo quanto riportato nella proposta di legge, avvengono nell’ambito extraurbano dove ad influire sul maggiore rischio di decesso per i ciclisti è la velocità dei veicoli motorizzati. Alla luce di tale situazione, dunque, occorre, per i proponenti, una una maggiore tutela dell’utente debole della strada a partire proprio da una delle fasi più pericolose per i ciclisti, ovvero “quella del sorpasso da parte dei veicoli a motore che, spesso, effettuano tale manovra a distanza eccessivamente ravvicinata rispetto alle biciclette”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui