Deperimento fisico e disidratazione: muore 78enne, aperta inchiesta

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Indagini in corso a Chieti per chiarire le cause del decesso di un uomo di 78 anni arrivato in ospedale da una residenza per anziani in uno stato di deperimento fisico e deceduto dopo due giorni

La Procura di Chieti ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle cause del decesso di un 78enne, ricoverato in ospedale “in un grave stato di deperimento fisico e disidratazione” e morto a distanza di 48 ore.

L’uomo, affetto da Alzheimer, era giunto in ospedale da una residenza per anziani di Chieti in cui viveva da quasi quattro mesi e dove, secondo quanto sostenuto nell’esposto presentato dai figli, al momento dell’arrivo le sue condizioni fisiche erano buone, come constatato in prima persona dai parenti anche nelle settimane successive.

A partire da marzo, però, era scattato il blocco delle visite per il rischio di contagio da coronavirus.

Sino a fine maggio lo stato di salute dell’anziano, sulla base delle fotografia e dei video inviati ai familiari dal personale della casa di riposo, non era apparso preoccupante.

A metà giugno, però, la situazione è precipitata. Secondo quanto riferito nella denuncia presentata dai figli, la responsabile della struttura aveva contattato uno di loro facendo presente la necessità di trasferire il pensionato perché il suo comportamento non era più adeguato a quel centro. Al tempo stesso – riporta il Centro – nessuno, all’interno della residenza, aveva ritenuto di dover chiedere il ricovero.

Solamente il 18 giugno la famiglia sarebbe venuta a conoscenza del reale quadro clinico dell’anziano, a seguito di una visita effettuata da un medico dell’Unità di valutazione multidimensionale della Asl.

Il camice bianco ha certificato la necessità di trasportarlo d’urgenza in ospedale. Qui però, a distanza di appena due giorni, il paziente è morto.

Il sostituto procuratore ha iscritto nel registro degli indagati il nome della presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa che gestisce la struttura socio-assistenziale e un medico che ha seguito il paziente durante la permanenza nel centro per la terza età.

Nelle prossime ore è in programma l’autopsia che dovrà chiarire le cause del decesso. Dall’esame necroscopico, poi, si attendono risposte anche circa la sussistenza di eventuali responsabilità, in termini di omissioni o negligenze, da parte di coloro che avrebbero dovuto assistere il pensionato.

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