Chiesto un tavolo di confronto a Ministero della Salute e Regioni per portare a compimento il lavoro su piani terapeutici contro il diabete e integrazione digitale tra diabetologi e medici di famiglia
“Non c’è più tempo per le burocrazie assistenziali se si vuole veramente curare i pazienti e non gli algoritmi economici. Purtroppo solo nella teoria i farmaci che riducono la mortalità, le complicanze cardiovascolari, le ipoglicemie e migliorano la qualità della vita sono accessibili a tutti i pazienti diabetici nel nostro paese. E’ quanto
dichiarano AMD e SID per i diabetologi, FIMMG e SIMG per i medici di famiglia, Diabete Italia e FAND per le associazioni delle persone con diabete.
I cittadini italiani affetti da questa patologia sono 4.500.000. La prima prescrizione di questi farmaci è permessa solo agli specialisti diabetologi. In tal modo, secondo le organizzazioni, si crea una situazione di discriminazione tra i diversi pazienti inaccettabile per un paese civile.
“Le liste d’attesa per l’accesso alle visite specialistiche si allungano. I diabetologi vedono svilita la loro professionalità consumando spesso il tempo di una visita per la sola ripetizione della prescrizione. I medici di famiglia sono sempre più demotivati per non poter prescrivere il farmaco più giusto per il proprio paziente (a differenza dei loro colleghi di tutta Europa)”. I pazienti, “più che curati burocratizzati” chiedono alle proprie associazioni di fare qualcosa e presto.
Da qui l’appello a intervenire rivolto al Ministro della salute, Giulia Grillo e al Coordinatore Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta.
“E’ necessario e urgente – chiedono i firmatari -l’istituzione immediata di un tavolo di confronto tra Medici di Famiglia, Specialisti, Pazienti e AIFA”. L’obiettivo è portare a compimento il lavoro bloccato in AIFA su piani terapeutici e integrazione digitale tra diabetologi e medici di famiglia.
L’evoluzione di una presa in carico a quattro mani, tra Diabetologi e Medici di famiglia, sulla prescrizione dei cosiddetti “farmaci innovativi”, molti dei quali ormai vicini alla scadenza di brevetto, rappresenta la base su cui costruire quei modelli di relazione assistenziale tra i soggetti diversi per formazione e contrattualità responsabili della continuità assistenziale fondamentale per questi pazienti.
“Va risolta, e rapidamente – concludono le Associazioni – una situazione che vede inspiegabilmente i nostri concittadini privati nella sostanza di un diritto garantito alla più parte dei cittadini dell’Unione oltretutto nel totale silenzio dell’AIFA negli ultimi mesi”
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