L’ospedale civile di Venezia ha disposto, in accordo con la famiglia, un riscontro diagnostico per fare luce sulle cause del decesso di una ragazza morta 4 giorni dopo le dimissioni dal nosocomio, dove si era recata accusando febbre e difficoltà respiratorie

Si è presentata in pronto soccorso all’ospedale civile di Venezia sabato 26 ottobre per un controllo. La paziente, una giovane di 25 anni, era febbricitante e accusava difficoltà respiratorie. E’ stata visitata e quindi dimessa, dopo una notte in osservazione, con una terapia da seguire. A casa avrebbe iniziato ad assumere i farmaci prescritti, ma le sue condizioni non sarebbero migliorate. Il mercoledì successivo la situazione è precipitata e la ragazza è morta, per un arresto cardiocircolatorio.

​Il nosocomio del capoluogo veneto ha deciso di disporre direttamente un riscontro diagnostico. Il tutto in accordo con i familiari della vittima i quali, al momento, non avrebbe ro presentato alcuna denuncia.

La struttura sanitaria ha fatto sapere che, in attesa che venga fatta piena luce sulle cause del decesso, i medici confermano “la piena disponibilità e la piena vicinanza ai familiari”.

La Direzione dell’Ospedale sottolinea che “con lo stesso atteggiamento di accorata attenzione i medici si sono prodigati ieri, di fronte al gravissimo quadro presentatosi ai sanitari, nel tentativo di salvare la vita alla giovane paziente, con il coinvolgimento delle équipe della Cardiologia e della Rianimazione dell’Ospedale, al fianco dei medici del Suem118 e del Pronto Soccorso”.

“Con la medesima attenzione – aggiungono dal Civile di Venezia – si erano svolti gli accertamenti sullo stato di salute della paziente durante l’accesso al Pronto Soccorso nella giornata di sabato 26 ottobre: in quella occasione, la giovane era stata visitata da due medici del Pronto Soccorso e poi dal medico infettivologo; contemporaneamente agli accertamenti ampi, prolungatisi per un periodo di Osservazione Breve Intensiva, alla giovane era stata avviata la conseguente terapia, che andava proseguita a domicilio; era stato infine concordato un coerente programma di esami e visite di rivalutazione, che non è stato possibile attuare per il precipitare del quadro clinico”.  

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