I camici bianchi hanno manifestato davanti alla Camera per sostenere le ragioni della dignità dei medici. Tra i temi posti all’attenzione del Parlamento le aggressioni ai sanitari, la formazione post laurea e la necessità di reti di collegamento tra professionisti

Sono centinaia i camici bianchi dello SMI, terza forza sindacale del panorama medico, che hanno manifestato ieri a Roma, davanti a Montecitorio. Si tratta di medici di strada, del 118 convenzionati a tempo indeterminato, nonché di medici fiscali dell’Inps. Presenti anche i medici precari della medicina convenzionata e non convenzionata della sanità pubblica, oltre ai precari. Tutti riuniti per sostenere le ragioni della dignità dei medici italiani, per il diritto al lavoro e alla salute.

La manifestazione è stata indetta, tra l’altro, per denunciare “l’allarmante clima venutosi a creare circa la violenza verso i medici”. Da qui la necessità “che si approvi quanto prima una legge che riconosca ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale”.

Lo SMI, inoltre, rivendica con forza “una diversa formazione post laurea”. Il tutto “con l’indizione di un concorso nazionale unico per specializzazione e formazione in MG che tenga conto dei reali fabbisogni”.

“Per medici di medicina generale proponiamo una vera e propria rivoluzione”, ha affermato Pina Onotri.

Il Segretario Generale del Sindacato ha incontrato Marialucia Lorefice presidente della Commissione Affari Sociali e Andrea Giaccone, Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Nell’occasione ha sottolineato come il MMG debba “sviluppare il lavoro in equipe con rete integrata di professionisti”. In questo modo, infatti, “si agevola l’appropriato impego dei diversi gradi di complessità interventistica”.

“I medici non possono più lavorare da soli senza rete di collegamento. A ciò devono essere destinate adeguate risorse. Inoltre va ribadito con forza la necessità che si riaffermi ruolo unico e tempo pieno per tutti medici convenzionati con il SSN”.

Fabiola Fini, Vice Segretario Nazionale dello SMI ha aggiunto che per il sistema di emergenza urgenza e medici del 118 occorrono scelte politiche di cambiamento. “Preoccupa la tendenza di alcune Regioni – ha affermato – alla demedicalizzazione delle ambulanze”. Manca, inoltre, secondo la rappresentante sindacale, “l’individuazione di una pianta organica nazionale, per densità di popolazione, che permetterebbe un’uniformità di risposta da Nord a Sud”.
“Per i medici INPS invece – ha concluso la dirigente – bisogna giungere al più presto alla stipula di una convenzione tra l’Inps e i medici fiscali”. Il tutto tramite “un Accordo Collettivo Nazionale che dia garanzie, dignità e un inquadramento lavorativo”.

Al presidio dello SMI per la dignità dei medici hanno partecipato anche Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, e Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma. In piazza c’erano inoltre anche glie esponenti sindacali del SUMAI (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria).

 

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