In occasione della Giornata d’Incontro “La vitale cultura del dono e il Sistema sanitario in Italia” presentati i dati relativi alle donazioni nel nostro Paese

In Italia i donatori di sangue sono circa 1.700.000; il loro contributo al Sistema sanitario nazionale è essenziale poiché consente di garantire, su tutto il territorio nazionale, le terapie trasfusionali, che rientrano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

In occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue, che si celebra annualmente il 14 giugno, il Centro nazionale sangue – in collaborazione con le Associazioni e Federazioni dei volontari italiani del sangue, Avis, Croce Rossa, Fidas, Fratres – ha organizzato presso l’Istituto Superiore di Sanità la Giornata d’Incontro “La vitale cultura del dono e il Sistema sanitario in Italia”.

“Lo slogan che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto quest’anno per celebrare la giornata mondiale: Blood connects us all, il sangue ci unisce tutti, evoca molti significati e stimola la nostra riflessione – dice Angelo Lino del Favero, Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità – La vitale solidarietà dei donatori di sangue rappresenta una testimonianza positiva della capacità della nostra società di allontanare da sé un atteggiamento di globalizzazione dell’indifferenza”.

In occasione dell’iniziativa sono stati presentati i dati sulle donazioni di sangue relativi al 2015. Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati prodotti 2.572.567 unità di globuli rossi, 276.410 unità di piastrine e 3.030.725 unità di plasma; sono stati trasfusi 8.510 emocomponenti al giorno e curati 635.690 pazienti (1.741 pazienti al giorno). “L’83% dei donatori italiani dona in maniera periodica, non occasionale – spiega Giancarlo Maria Liumbruno, Direttore del Centro nazionale sangue – Questa fidelizzazione è fondamentale per via del legame molto stretto che esiste tra donazione volontaria, consapevole e non remunerata e qualità del sangue in termini di sicurezza. Grazie ai donatori l’Italia è un Paese autosufficiente già da diversi anni e normalmente esiste una situazione di bilancio positivo tra numero di unità di sangue ed emocomponenti donate e fabbisogno a livello locale. Nel periodo estivo alcune Regioni possono trovarsi in situazioni di carenza ma il Sistema è strutturato in modo tale da garantire la copertura dei bisogni trasfusionali attraverso lo scambio interregionale. È importante sottolineare che il sangue è una risorsa biologica limitata e, nel rispetto dei donatori, è necessaria una forte attenzione non solo agli aspetti produttivi ma anche all’appropriatezza dei consumi e alla gestione delle scorte.”

La fascia d’età dalla quale proviene la maggioranza dei donatori è quella compresa tra i 30 ed i 55 anni, una componente del corpo sociale destinata a ridursi in modo significativo nei prossimi decenni stando alle proiezioni demografiche. La percentuale di giovani sul numero totale di donatori, nel 2015, si attesta al 31.67% (13.39% classe di età 18-25 anni, 18.28% classe di età 26-35 anni); una cifra ancora troppo bassa. Se si considerano i dati sull’invecchiamento della popolazione, tra il 2009 e il 2020, la riduzione dei donatori è stimata nel 4,5%. “È necessario agire con consapevolezza di fronte a questa prospettiva per assicurare il ricambio generazionale” – aggiunge Vincenzo Saturni, Coordinatore protempore CIVIS (Coordinamento Interassociativo Volontari italiani sangue) – Tutti gli attori del Sistema sangue devono lavorare in sinergia in considerazione dalla rapida trasformazione demografica e sociale che è in atto nel nostro Paese. Una cultura del dono si esprime anche attraverso una attenta capacità di programmazione nazionale e locale delle attività di raccolta che sappia tener conto del contesto e dei bisogni reali della popolazione”.

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