È emergenza negli ospedali torinesi, pronto soccorso sempre affollato e nei reparti non si riescono a smaltire i pazienti. Vediamo perché.

Emergenza negli ospedali torinesi. Caos nei principali nosocomi del capoluogo dal Giovanni Bosco alle Molinette dal Maria Vittoria al Martini.
Si aspettano fino a quattro giorni per essere ricoverati e dalle 3 alle 4 ore prima di essere visitati con un codice bianco o giallo. Sono questi gli inequivocabili numeri dell’emergenza in atto.
Una situazione di emergenza negli ospedali torinesi che si protrae ormai da tempo ma del tutto ingiustificabile. I dati parlano infatti chiaro. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso non si registra un aumento degli accessi negli ospedali.
Un chiaro segnale di come i pazienti stiano “lentamente imparando a evitare il pronto soccorso quando non serve”, spiega il direttore dell’Asl unica torinese Valerio Alberti. Eppure i posti letto sono sempre di meno.
«Se un anno fa su cento pazienti ricoverati in ospedale dieci non riuscivano a essere dimessi, ora quella percentuale è salita al 30», chiarisce Fabio De Iaco, direttore del pronto soccorso del Martini.
Le famiglie hanno infatti sempre maggiore difficoltà ad assistere i malati e liberare un letto dopo il ricovero è una missione quasi impossibile. A questo si aggiunge una diminuzione del 30% nella possibilità di trovare un posto dove proseguire l’assistenza dopo le dimissioni.
Un vero e proprio corto circuito che porta al collasso i reparti d’urgenza. La situazione potrebbe ben presto peggiorare visto che sono in arrivo i picchi di freddo e con essi la consueta emergenza invernale.

In cerca di una soluzione

«Siamo in condizioni pietose», ammette Franco Aprà, direttore del dipartimento di medicina d’urgenza del Maria Vittoria.
Anche la sala di accesso del Martini è satura da giorni, conferma il neodirettore De Iaco.
Alle Molinette lo scenario è lo stesso. «Da noi ultimamente gli accessi sono in effetti aumentati e la tendenza dura da qualche giorno», dice il direttore sanitario Antonio Scarmozzino.
L’emergenza negli ospedali torinesi rischia di mettere in ginocchio l’intera sanità regionale per questo l’assessorato regionale alla Sanità ha deciso di anticipare il piano di intervento che solitamente arriva subito prima delle ferie natalizie.
“Quest’anno le misure saranno anticipate, tutti gli ospedali stanno cercando di attivare più posti Cavs, in Rsa, le residenze sanitarie assistite, soluzioni per potenziare l’assistenza domiciliare sul territorio”, spiega il direttore dell’Asl unica Valerio Alberti.
Lo sforzo è massimo, dice ancora il direttore dell’Asl torinese: “E ogni ospedale sta cercando soluzioni interne per decongestionare il pronto soccorso”.
 
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