CAO, ANDI e AIO saranno presenti alla manifestazione promossa da Ingegneri, Architetti e Avvocati

Gli odontoiatri si schierano compatti per la promozione di un disegno di legge che introduca il concetto di “equo compenso” per i Professionisti e, con riferimento alle Professioni sanitarie, tuteli la qualità dell’offerta di cure. CAO, ANDI e AIO saranno presenti, attraverso le loro articolazioni territoriali, alla manifestazione indetta il prossimo 13 maggio dagli Ordini di Ingegneri, Architetti, Avvocati e Medici-Odontoiatri di Roma e dall’Ordine degli Avvocati di Napoli. Le componenti sindacali ed istituzionali dell’Odontoiatria sfileranno insieme per affermare che il concetto di retribuzione adeguata va tutelato in tutti gli ambiti professionali e a maggior ragione per la professione medica e odontoiatrica, che si occupano di tutelare la salute ed il benessere di tutti i cittadini.
“Gli Odontoiatri – affermano congiuntamente i presidenti delle tre Associazioni, Giuseppe Renzo, Gianfranco Prada e Fausto Fiorile – sfileranno a Roma insieme agli altri professionisti anche per lanciare un messaggio molto chiaro contro forme di pubblicità che proprio nella Capitale e nelle grandi città hanno raggiunto il massimo della spregiudicatezza; cartelli sui tram che parlano di impianti a 1 Euro, sms che invitano i cittadini a visite gratuite, prestazioni promosse su Ebay. Non si possono comprimere sotto un certo limite i costi che sosteniamo quotidianamente per poter offrire cure di qualità; per questo motivo servono delle tariffe a garanzia della qualità delle prestazioni”.
“Nel 2006 – sottolineano Fiorile e Prada – abbiamo detto no alla legge Bersani e no all’abolizione delle tariffe minime. Oggi ribadiamo il nostro pensiero dicendo nuovamente no ad una cultura che vuole promuovere attraverso il prezzo più basso prestazioni in molti casi addirittura non necessarie. L’alleanza tra medico e paziente che solo professionisti seri e attenti alla salute dei propri pazienti sanno coltivare con attenzione, va preservato come l’unico vero presupposto per poter offrire cure adeguate alle vere necessità terapeutiche del paziente. Non possiamo accettare che una prestazione al prezzo più basso sia pubblicizzata e “venduta”prima ancora che il paziente sia stato visitato!”
“La misura del compenso – evidenzia Renzo –  deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione, non lo dicono i professionisti, né le loro organizzazioni pubbliche o private, ma lo dice l’art. 2233 del codice civile, che ho testualmente citato. Non è più accettabile tacere sulle conseguenze negative ed addirittura pericolose per la tutela della salute che, una cultura fintamente liberista, diffusa da gruppi di potere interessati, sta causando, con l’obiettivo di equiparare, senza mezzi termini, i professionisti agli imprenditori ed alle società commerciali. E’ ora di ribadire con fermezza, che un’attività professionale di carattere intellettuale non può essere ricondotta ai soli schemi economici della domanda e dell’offerta, ma deve porre al centro dell’attenzione l’interesse pubblico dei cittadini garantendo, nel caso delle professioni sanitarie, qualità delle cure, rispetto della deontologia e promozione dell’alleanza terapeutica”.

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