Il presidente FNOMCeO  interviene sull’inchiesta relativa ai furbetti del cartellino all’ospedale di Monopoli, sottolineando come ogni comportamento antisociale sia un vulnus alla Professione

“Per essere buoni medici non servono solo le competenze professionali. È indispensabile seguire principi etici, rispettare la legalità e osservare tutti i valori racchiusi nel Codice deontologico”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) e presidente dell’Ordine provinciale di Bari, Filippo Anelli, sull’inchiesta condotta dalla Procura del capoluogo pugliese relativa all’ospedale San Giacomo di Monopoli, che ha portato alla luce un diffuso fenomeno di assenteismo, con trenta persone  indagate e 13 arresti.

“Spiace che professionisti affermati e competenti – sottolinea Anelli – siano coinvolti in questa indagine. Se accertati, i capi d’accusa dimostrerebbero quantomeno superficialità e scarso rispetto delle regole e dei precetti deontologici”.

Quindi l’invito rivolto a tutti i colleghi ad abbracciare con forza e orgoglio la bandiera della legalità. “Legalità – prosegue il vertice FNOMCeO – che è, del resto, nel Dna della professione medica, che ha come obiettivo quello di aiutare e rispettare il prossimo, guadagnandosi così un forte ruolo di catalizzatore di coesione e unità sociale”.

“Ogni comportamento antisociale, che danneggia la collettività, è pertanto – prosegue Anelli –  un vulnus alla Professione stessa, ai suoi principi, ai suoi obiettivi.  Per questi motivi il primo articolo del Codice di Deontologia Medica, quello che è incipit e fondamento di tutti i successivi, rivendica per sé il diritto e il compito di regolare anche i comportamenti assunti al di fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul decoro della professione”.

Il Codice, infatti, in armonia con i principi etici di umanità e solidarietà e civili di sussidiarietà, impegna il medico nella tutela della salute individuale e collettiva vigilando sulla dignità, sul decoro, sull’indipendenza e sulla qualità della Professione.

“Non possiamo permettere – afferma il massimo rappresentante della Federazione dei medici – che situazioni così circoscritte ledano una Professione che, insieme alle altre Professioni sanitarie, tiene in piedi il Servizio Sanitario nazionale, a dispetto di carenze di organico, turni massacranti, riposi e ferie che diventano un miraggio. E lo fa per tener fede a questi principi, a quel giuramento che impone come dovere morale il perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona e di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento. La legalità – conclude – sia la nostra bandiera, il rispetto delle norme e, prima ancora, delle persone la nostra guida, il Codice il faro che illumina la nostra strada”.

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