Forse il 2016 potrebbe essere l’anno buono. I medici italiani chiedono risposte al Governo: se non ci saranno, hanno già previsto altri due giorni di sciopero per questo mese.
(adnkronos) Se il buon giorno si vede dal mattino, il 2016 per il Servizio sanitario nazionale non sarà tutto in discesa. L’anno appena chiuso infatti, solo ricordando il mese di dicembre, ha visto scioperare i medici e le dimissioni, dopo esser stato sospeso per presunto conflitto d’interessi, del presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli con la nomina del successore Mario Melazzini. E’ stato anche il mese che ha visto ‘scoppiare’ la questione dell’obbligo sull’orario di lavoro di lavoro dei medici previsto dall’Ue.
Sono state anche le settimane del tira e molla sulle misure in sanità nelle legge di stabilità con il finanziamento (111 mld) del Fondo sanitario nazionale per il 2016. Ma il mese di gennaio vedrà arrivare sul tavolo del ministro della Salute e del Governo non pochi nodi e sfide da affrontare. Una delle questioni che attendono una risoluzione è quella del rinnovo del contratto e delle convenzioni dei medici “a partire dalla dipendenza – spiega all’Adnkronos Salute Massimo Cozza, segretario della Fp-Cgil medici – Ci sono degli incontri in calendario con l’Aran. Attendiamo il rinnovo di un contratto pubblico scaduto nel dicembre del 2009.
Per far fronte al rispetto dell’orario di lavoro dei medici ed evitare ‘buchi’ di personale in Asl e ospedali, il Governo ha approvato al ‘fotofinish’ nella legge di stabilità un emendamento che prevede assunzioni straordinarie di medici e infermieri con contratti flessibili fino a luglio e prorogabili fino a ottobre, in attesa della ricognizione dei fabbisogni delle Regioni da fare entro marzo, poi un concorso straordinario destinato per il 50% ai precari.
“Su questo punto – osserva Cozza – è tutto da vedere, ci saranno le risorse per assumere i precari? Il tema dei giovani medici senza contratto stabile deve essere al centro degli impegni del Governo per il 2016”. Altra questione ‘calda’ è il ddl sul rischio professionale approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera e che deve essere ancora discusso in aula. “Ci avevano detto che sarebbe andato spediti e che molto probabilmente sarebbe diventato legge entro la primavera 2016 – ricorda Cozza – ma questo provvedimento, che attendiamo da anni, ancora deve essere calendarizzato”.
A preoccupare i medici è anche l’ aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, il Patto per la salute, il Piano nazionale vaccini e la somministrazione del farmaco sull’epatite C. “Il Patto per la salute, è disatteso nei fatti e sarebbe da riscrivere – avverte Cozza – poi c’è l’incognita dei fondi per la ‘triade’: Lea-Piano vaccinale e farmaco per epatite C. Dove verranno prese le risorse? – si chiede il sindacalista – c’è sempre lo stesso miliardo di finanziamento che viene sbandierato e serve per tutto”.
La legge di stabilità prevede che le aziende sanitarie in ‘rosso’ e chi le guida, i direttori generali, potranno essere commissariate se non saranno messe in regola entro tre anni dall’accertamento di un deficit pari al 10% della differenza tra costi e ricavi o comunque superiore ai 10 milioni di euro. Questa misura, verrà estesa anche alle Asl a partire dal 2017. “Speriamo – conclude Cozza – che non si tracci una linea solo con l’obiettivo ragionieristico, sarebbe un male per tutti”.