Pubblicato il Rapporto annuale sullo stato dell’amministrazione della giustizia nell’Unione Europea

Inefficiente e poco indipendente. Questa la fotografia che emerge dell’amministrazione giudiziaria italiana dal rapporto annuale sullo stato della giustizia nell’Unione Europea.

Il documento mette a confronto l’indipendenza, la qualità e l’efficienza dei sistemi giudiziari degli Stati membri dell’UE. L’obiettivo è aiutare le autorità nazionali a migliorare l’efficacia dei sistemi giudiziari

Nel 2016 in Italia erano necessari 1.400 giorni per ottenere un giudizio in terzo grado in ambito commerciale e civile. Il dato sarebbe il peggiore dell’Unione. Per ottenere una pronuncia di primo e secondo grado, invece, occorrevano rispettivamente circa 500 e 1200 giorni.

I dati migliorano quando le decisioni riguardano la protezione dei consumatori da parte delle autorità competenti. In questo caso l’Italia rispetta la media europea, inferiore ai 200 giorni.

Anche la percezione della magistratura da parte dell’opinione pubblica non è delle migliori nel Belpaese, soprattutto a causa delle presunte pressioni politiche ed economiche.  Tale dato è peggiore solamente in Bulgaria, in Slovacchia e in Ungheria.

L’Italia è uno dei Paesi europei che riceve denaro comunitario per modernizzare il proprio sistema giudiziario.

Il programma, relativo al periodo 2007-2023, prevede aiuti per un totale di 900 milioni di euro. Fondi finalizzati, in particolare, a velocizzare i processi, ristrutturare le infrastrutture fisiche e digitalizzare le attività dell’amministrazione. Solo la Spagna e la Grecia, tra i Paesi dell’ex Europa dell’est beneficiano di tali aiuti.

Nelle raccomandazioni-paese italiane pubblicate la scorsa settimana si sostiene che “una giustizia penale più efficiente potrebbe migliorare la repressione della corruzione”. Nel 2014, l’Italia aveva nell’Unione il numero più elevato di cause penali in entrata e pendenti in secondo e terzo grado. Secondo la Commissione UE, incentivare il ricorso a procedimenti abbreviati e scoraggiare gli abusi del processo potrebbe contribuire a rendere più efficaci la giustizia penale e la lotta contro la corruzione.

 

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