Tra i nodi da scogliere c’è la soglia per l’Anticipo pensionistico gratuito

Governo e sindacati hanno siglato ieri un verbale che definisce i cinque punti del pacchetto previdenza che entrerà nella prossima Legge di bilancio. Si tratta dell’anticipo pensionistico sperimentale per due anni con il meccanismo del prestito bancario assicurato, la no tax area per i pensionati a 8.125 euro, la quattordicesima per altri 1,2 milioni di lavoratori e l’aumento medio del 30% del bonus per i 2,1 milioni di soggetti che già ne beneficiano, le ricongiunzioni gratuite e l’accesso agevolato alla pensione per “precoci” e “usuranti”. Lo stanziamento messo a disposizione dal Governo è pari a 6 miliardi di euro in tre anni secondo un percorso progressivo.

Rimangono aperti tuttavia ancora molti nodi, per i quali occorrono ulteriori approfondimenti. Tra questi c’è l’Anticipo pensionistico di tre anni e sette mesi rispetto ai requisiti di legge con la possibilità di andare in pensione a 63 anni anziché 66 e 7 mesi per i nati tra il 1952 e il 1954; nello specifico resta da definire la soglia sotto la quale l’Ape sarà gratuito e la platea delle categorie che potranno accedervi. Il governo ha proposto l’Ape a costo zero per i lavoratori in condizioni svantaggiate con una pensione lorda fino a 1.500 euro (1.200 ero netti); i sindacati chiedono che il limite sia portato a 1.300 euro netti e che la misura sia estesa a una platea più ampia per quanto riguarda i lavori faticosi.

Tra le organizzazioni sindacali c’è comunque una moderata soddisfazione anche se Cgil, Cisl e Uil sono concordi nel ribadire che c’è ancora molto da fare.“Si è fatto un buon lavoro – ha detto Susanna Camusso (Cgil) – ma non è concluso. Se ragioniamo dell’aspettativa che c’è nel Paese, sarebbero state necessarie più risorse. Ci sarà condivisione, da parte nostra, in base alle risposte del governo sui temi ancora aperti”. Per Annamaria Furlan (Cisl) “il lavoro va ancora ultimato”, ma “non possiamo trascurare che abbiamo recuperato alcune iniquità della legge Fornero, in direzione della coesione sociale”. Anche Carmelo Barbagallo (Uil), sottolinea infine che “sei miliardi sono ancora insufficienti, ma questa volta sono stati messi dei soldi per le pensioni, al contrario del passato quando si toglievano”.

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