Infortunio sul lavoro: pratica chiusa, ma se la sintomatologia permane?

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Il caso di un lettore, invalido civile al 70%, rimasto vittima di un infortunio sul lavoro per una caduta in ascensore

Quesito: In data XX novembre 2019 – mentre mi accingevo a prendere l’ascensore dell’ufficio in cui lavoro, non accorgendomi che l’impianto di sollevamento era guasto e si trovava circa 50 cm al di sotto del piano, cadevo riportando un infortunio sul lavoro. Non c’era nessun cartello che indicava il guasto sebbene il cattivo funzionamento fosse stato riscontrato il giorno prima, ma io non lo sapevo.

Riuscivo comunque a raggiungere il posto di lavoro salendo a piedi ma, nel mentre, avvertivo un dolore al collo e quindi decidevo di recarmi in pronto soccorso dando comunicazione di quanto accaduto telefonicamente al mio superiore sul lavori.

In ospedale mi hanno riscontrato una cervicalgia da colpo di frusta dandomi cinque giorni di convalescenza e aprendo l’infortunio sul lavoro. Ho fatto molta fisioterapia ricorrendo anche all’ausilio di esami e di farmaci, ma continuavo e continuo a sentirmi molto male.

L’infortunio sul lavoro si protrae fino al XX gennaio 2020 data in cui l’inail ha deciso di chiudere la pratica sebbene io sia ancora interessato da sintomatologia invalidante. Ciò in quanto, a loro avviso, dai raggi risulterebbe che sono affetto da diverso tempo da ernie protruse (anche se io non ho mai sofferto) e quindi l’incidente avrebbe solo scatenato una patologia già esistente.

Come devo comportarmi? Devo rientrare al lavoro sebbene stia male oppure mettermi in malattia?

Posso rivalermi in qualche modo? Posso riaprire almeno lo stato di infortunio per agevolarmi di un periodo di cure ulteriori e riposo?

Ho 65 anni e tra meno di due anni dovrei andare in pensione . Lavoro in regime part time e sono invalido civile al 70%.

Risposta: Se l’INAIL decide di chiudere l’infortunio non può essere riaperto. Conseguentemente se necessita di ulteriore riposo dovrà mettersi in malattia.

Per quanto riguarda il sinistro, se il guasto dell’ascensore non era segnalato e le porte non erano messe in sicurezza può inviare una diffida all’Amministratore del Condominio contestando il difetto di custodia e la mancata segnalazione del pericolo, e chiedendo il risarcimento differenziale del danno biologico che dovrà essere valutato da un Medico Legale.

Avv. Emanuela Foligno

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