Ma solo poco meno di 73mila è in cura presso i servizi territoriali e le strutture del SSN

Otto milioni di consumatori a rischio in Italia con età superiore agli 11 anni. Settecentoventimila bevitori pesanti, i cosiddetti “heavy drinkers” (più uomini che donne) che consumano una quantità di alcol dannosa per la salute. Poco meno di settantatremila intercettati e avviti verso ai servizi alcologici del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Sono questi i numeri del consumo di alcol in Italia, così come sono stati stimati dall’ISTAT e dall’ISS, evidenziando che il 90% dei consumatori dannosi resta sommersa.

Il rapporto è stato presentato in occasione dell’Alcohol Prevention Day presso l’Aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’Osservatorio Nazionale Alcol (e Centro OMS per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problematiche alcol correlate) del CNESPS dell’ISS.

“Da una visione d’insieme emerge che nel nostro Paese oltre 720.000 individui non solo sono “a rischio” – afferma Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio – ma già pazienti con danno d’organo e dipendenza causati dall’ alcol, condizioni tali da richiedere una delle forme di trattamento disponibili nei servizi di alcologia in grado di arrestare la progressione del danno, di prevenire le complicanze e l’evoluzione verso forme più complesse di dipendenza, nonché di avviare un possibile percorso terapeutico e di riabilitazione”.

Alla luce di questo, “risulta grave il debito formativo professionale medico sull’identificazione precoce e l’intervento breve da anni richiamato dai Piani Nazionali di Prevenzione e non ancora integrato nella pratica clinica quotidiana corrente. L’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) ha già predisposto e fornito ad alcune Regioni lo standard europeo di formazione specifica su identificazione precoce e intervento breve (IPIB) comprensive degli aggiornamenti delle linee guida europee BISTAIRS e RARHA presentate oggi, anch’esse, in ISS. Alle Regioni interessate l’ISS, tramite il Centro OMS e l’Osservatorio Nazionale Alcol, offre lo svolgimento della formazione regionale e l’attuazione di corsi avanzati di aggiornamento, formazione professionale e medica continua da svolgere secondo regime convenzionale per l’integrazione dello screening AUDIT nei contesti di medicina generale e adeguata gestione del caso”.

Per approfondire:

L’alcol in Italia

Rapporto Istisan 2016 – Epidemia e monitoraggio alcol-correlato

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