Si teme il caos nei pronto soccorso nelle ore notturne dopo l’eliminazione del servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica). Lorenzin rassicura: si punta ad aumento del personale
Il nuovo modello assistenziale per i medici di medicina generale non convince parte dei sindacati, che paventano il rischio di caos nei pronto soccorso di notte data la rimozione del servizio di continuità assistenziale classico (la cosiddetta Guardia Medica) e del nuovo programma H16 che sposterebbe la responsabilità delle ore notturne direttamente alle unità di emergenza-urgenza.
L’atto di indirizzo appena approvato, insomma, viene stigmatizzato dalla Fp-Cgil Medici, che dà voce a queste preoccupazioni sottolineando che, in questo modo, si ”elimina la guardia medica notturna, oggi incaricata di visite domiciliari e consulenze mediche telefoniche che possono risolvere il problema, evitando di andare al pronto soccorso”.
Ancora più duro lo Smi, che parla addirittura di un ”bluff a danno di medici e pazienti” che porterà “ad un uso improprio del 118”.
Ferma anche la posizione dello Snami. “Continuano le nostre perplessità” esordisce il presidente nazionale Angelo Testa, “già espresse alla divulgazione della prima bozza. Lo scorso fine settimana il nostro comitato centrale, formato dalla dirigenza sindacale eletta ed il nostro consiglio nazionale, rappresentato dai presidenti regionale e provinciali, riunito a Riva del Garda, si è chiaramente espresso sull’argomento. Nella mozione finale dell’incontro abbiamo chiaramente indicato le criticità a questo atto di indirizzo, la nostra contrarietà alla legge Balduzzi, e quella che deve essere la politica da portare avanti nella trattativa per il rinnovo dell’Acn”. “Da una parte – sottolinea Testa – la gradualità del cambiamento con la finalità di preservare l’attuale trattamento economico e tutela lavorativa dei Medici e dall’altra di consentire, così come dice la legge,l’adeguamento dell’assistenza territoriale alle peculiari situazioni locali. Inoltre per noi è fondamentale che i medici di continuità assistenziale che entreranno nel ruolo unico della medicina generale abbiamo la garanzia delle 38 ore settimanali senza perdita di posti lavoro e che per l’emergenza sanitaria territoriale sia definito il proprio ruolo specifico e che sia rafforzato il settore, anche attraverso l’organizzazione annuale di corsi di formazione e la promozione di tutele normative a garanzie del comparto”.
Di contro, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha già assicurato che l’obiettivo è quello di un aumento del personale: il nuovo modello, infatti, prevede che 16.500 medici di continuità assistenziale saranno anch’essi spostati nella fascia 8-mezzanotte, mentre da mezzanotte alle 8 del mattino il cittadino dovrà rivolgersi in caso di necessità al 118, venendo a mancare la presenza della guardia medica.
”E’ una riforma estremamente positiva – ha detto Lorenzin – e credo sia un passo fondamentale per l’integrazione tra territorio e ospedale. Era un atto atteso da tempo e sono molto soddisfatta”.
Per Lorenzin, però, almeno una buona notizia c’è: a sostenere l’atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni, infatti, c’è la Federazione dei medici di medicina generale Fimmg. Sono loro a sottolineare come ”l’assistenza sarà garantita h16 nelle ore diurne quando c’è una maggiore richiesta, ma questo non determinerà il rischio di intasamenti di notte nei Pronto soccorso, poiché i maggiori accessi avvengono appunto nelle ore diurne e non di notte”.