Cittadini: per risolvere il problema delle liste di attesa non servono complicate regole burocratiche o atteggiamenti coercitivi nei confronti dei medici

“Dopo anni di progressiva riduzione della spesa pubblica sanitaria, che hanno visto sottrarre decine di miliardi di euro all’investimento sulla salute degli italiani, e dopo l’adozione di regole di programmazione ospedaliera, che hanno ridotto il numero di posti letto ai valori più bassi in Europa sta, purtroppo, accadendo quello che AIOP aveva previsto: crescita delle liste d’attesa, uso improprio e, quindi, sovraffollamento dei Pronto soccorsi ospedalieri, crescita della mobilità verso le regioni che non sono state e non sono in piano di rientro”. Così Barbara Cittadini, Presidente AIOP – Associazione Italiana Ospedalità Privata, commenta la situazione relativa al problema delle liste di attesa.

“E’ quindi necessario intervenire” sottolinea Cittadini, che tuttavia non nasconde le perplessità dell’AIOP rispetto alla proposta di piano resa nota dal Governo. “Non servono – afferma – complicate regole burocratiche o atteggiamenti coercitivi nei confronti dei medici pubblici o della componente di diritto privato del SSN. Servono semplicemente maggiori risorse, collocate in modo corretto e con un monitoraggio rapido e snello dei risultati. Serve evitare l’illusione che una grave crisi di risorse e organizzazione si risolva con qualche editto”.

Per la Presidente di AIOP “si deve mettere mano alla crescente insufficienza della formazione dei professionisti a partire dai medici specialisti”.

Inoltre,  “si deve sbloccare l’assunzione nel pubblico e si deve utilizzare la potenzialità della componente privata accreditata di rispondere con rapidità e efficienza alla domanda insoddisfatta di prestazioni”. Ciò purché alcune Regioni “evitino soluzioni di pura ‘facciata’, pensando di utilizzare i budget storici degli erogatori accreditati per gestire le criticità ingravescenti delle liste d’attesa e dei Pronto soccorsi pubblici. Una soluzione, questa, che secondo l’Aiop “determinerebbe un ulteriore allungamento delle liste d’attesa e una insopportabile violazione della libertà di scelta del cittadino”.

 

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