L’onda di Temi, ovvero 150 giudici scrittori italiani

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Nell’Italia del Grande Fratello la stampa miope ben poco si è interessata di un fenomeno che abbraccia almeno un secolo ed unico al mondo. 

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Un caso straordinario nella storia della letteratura di tutti i tempi e paesi, visto il suo carattere massiccio (ben 150 giudici-scrittori), tanto da poter dare l’idea di una vera ‘corrente letteraria‘, quella che ho chiamato «Onda di Temi». Temi, la dea della Giustizia, che si fa ispiratrice di una nuova arte, portata da magistrati impegnati a conoscere l’uomo che devono giudicare attraverso l’estetica, la ricerca e la cultura.

Com’è nato il gruppo? Nel ’94 l’editore Gianberardo Berardelli (Aetas Internazional) mi invitò  a fare una radiografia sui giudici scrittori che vedeva così numerosi. Dopo due anni di lavoro gettai le basi della ricerca rendendomi conto che mi trovavo di fronte a un fenomeno tanto più singolare in quanto sconosciuto ai media che colpevolmente lo hanno sottaciuto anche negli anni a venire, quando l’Onda si è rivelata in massa. Fu così che intorno al 2000 fondai l’EUGIUS: UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI che, oltre a raccogliere, i giudici scrittori in associazione virtuale  e internettiana, aveva il compito di realizzare convegni e di lanciarne le opere.

Più in profondità, come si legge nell’home page del sito www.antiarte.it/eugius/: ”L’Associazione Europea dei Giudici Scrittori ha lo scopo di associare i giudici-scrittori d’Europa al fine di diffondere un messaggio universale di giustizia e arte nel presupposto che ciò che è bello è anche buono e giusto. Ergo si può contribuire all’unione delle persone, alla crescita dell’umanità e della solidarietà in nome di una giustizia intesa non come mera punizione ma come ricerca dei sistemi creativi per rendere l’uomo retto, mediante l’arte, la cultura, lo spettacolo, l’informazione, la cooperazione culturale e sociale”.

Il primo  convegno, tenutosi nel 2003, fu  dedicato alla drammaturgia con la presenza del Centro Betti, ciò per rendere onore al capostipite del gruppo: Ugo Betti, il magistrato che rappresentò uno dei tre grandi drammaturghi italiani del secolo scorso, con Pirandello ed Eduardo De Filippo.

Per rendere onore al commediografo-magistrato, pensai di arricchire il convegno con interventi drammaturgici, presentando una mia opera (Il Caso Schreber, il giudice folle, regia di Gianalberto Purpi)  e creando spazi per altre veloci messinscene, stile poi continuato nei successivi convegni.

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Nel secondo convegno del 2005, dedicato alla saggistica, presentai il primo volume tratto dalla ricerca sui giudici-scrittori: IL TOCCO E LA PENNA (ovvero dei giudici scrittori, edito da Sapere 2000 – Roma 2004) con presentazione del giudice Enrico Monti, ex pretore di Ischia, e prefazione “Giustizia e letteratura” del giudice scrittore tedesco Herbert  Rosendorfer. Il saggio analizza chi sono i giudici scrittori, cosa li spinge a scrivere, le forme della scrittura, le facce nascoste dei magistrati espresse attraverso la letteratura.

Nel 2006 il gioco continuava: fu la volta della poesia col sottotitolo del convegno IL GIUDICE: BUROCRATE O POETA. La giustizia poetica è un tema antichissimo già esplorato da Aristotele, il quale riteneva che poesia, prosa e dramma dovrebbero contenere la giustizia. Il filosofo greco riteneva che la poesia è superiore alla storia, in quanto mostra cosa dovrebbe accadere, e non semplicemente ciò che accade. Io aggiungo che la poesia rivela anche il retroscena di quanto accaduto nell’animo e nella mente dei devianti,  e in tal senso è di grande ausilio al giudice che, per poter giudicare, deve  capire. La poesia è una via di comprensione dell’uomo sull’uomo.

Il quarto convegno, infine, nel 2011 si tenne  a Latina nell’ambito della rassegna GIALLOLATINO, il premio di narrativa nazionale che coinvolge il territorio della provincia di Latina,  organizzato da Gianluca Campagna.   Tema: LA NARRATIVA DI TEMI con interventi di magistrati che si dilettano nell’arte narrativa peculiarmente nel settore giallo e noir.

Il tema specifico da affrontare era quello di come uomini, impegnati  nell’applicazione e l’interpretazione delle norme dei codici, possano anche in maniera parallela stendere scritti frutto di godibile creatività e fantasia, che apparentemente potrebbero andare a cozzare con la propria professione.

E’ in cantiere il quinto convegno: LA SCRITTURA POLITICA DELL’ONDA DI TEMI. Si parla spesso contro i magistrati politicizzati ma il giudice è un animale politico come chiunque, per usare un’espressione di Aritsotele. Molti giudici scrittori oltre a fare letteratura pura si sono espressi per creare una società più equa e più giusta. Quella che non possono realizzare  nel quotidiano del loro mestiere, dovendo  spesso applicare  leggi ingiuste e a favore dei forti.

Essere giudice non significa essere giusto. Il magistrato umanista che voglia essere equo ha due vie che fanno capo alla sua coscienza intima. Interna corporis interpretare le norme a favore dei deboli secondo l’art. 3, 2°  della Costituzione; externa corporis concepire utopie di prossimo realizzo su un sistema sociale che, prima di realizzare la giustizia nelle aule, la attui nel vivere di tutti i giorni dei cittadini garantendo loro una corretta distribuzione delle risorse e un minimo indispensabile per un’esistenza dignitosa (cibo, casa, cultura, reddito garantito, farmaci etc.).

A tutte le manifestazioni  dei giudici scrittori hanno partecipato  giudici, avvocati, operatori del diritto, giornalisti,  creativi,  critici, ma anche un pubblico comune interessato a vedere i giudici “dal volto artistico e umano”. Ci auguriamo che il prossimo convegno LA SCRITTURA POLITICA DELL’ONDA DI TEMI attiri sempre più gente per far sì che possa sentire più vicina, attraverso l’arte e la cultura, la Grande Sorella: la Giustizia Creativa dal Volto Umano.

Gennaro Francione

Giudice Drammaturgo

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