Il nuovo rapporto Oms registra un aumento dei casi di malaria nel 2017, circa 2 milioni in più rispetto al 2016. Vediamo quali sono le cause

Il rapporto mondiale dell’Oms registra un aumento dei casi di malaria nel 2017 rispetto al 2016. Un dato in controtendenza rispetto alle ultime rilevazione che registravano un declino a livello mondiale: da 239 milioni nel 2010 a 214 milioni nel 2015.

I dati del 2015-2017 evidenziano che non sono stati fatti progressi significativi nella riduzione dei casi di malaria globale in questo periodo. Nel 2017 si sono registrati 219 milioni di casi e 435 000 decessi correlati con un incremento rispetto all’anno precedente di 2 milioni di casi.

Il rapporto mondiale si basa su dati provenienti da 91 paesi e aree in cui è in corso la trasmissione della malaria. Le informazioni sono integrate da dati provenienti da indagini nazionali sulle famiglie e da banche dati di altre organizzazioni.

I focolai

Africa e India sono le aree più colpite ma c’è allarme anche in Sud America.

Nel 2017, circa il 70% di tutti i casi di malaria (151 milioni) e i decessi (274.000) si sono concentrati negli 11 paesi più colpiti: 10 in Africa a cui si aggiunge l’India. Ci sono stati 3,5 milioni di casi di malaria segnalati in questi 10 paesi africani nel 2017 rispetto all’anno precedente, mentre l’India ha mostrato progressi nel ridurre il carico della malattia.

I casi di malaria in Venezuela sono aumentati in modo significativo negli ultimi 3 anni: 136.000 nel 2015, 240.000 nel 2016 e 411-000 nel 2017. Segue l’aumento in Nicaragua (2.200 nel 2015, 6.200 nel 2016 e 10.900 nel 2017).

Dopo i costanti progressi, il Brasile ha registrato un significativo aumento dei casi negli ultimi due anni, da 124.000 nel 2016 a 189.000 nel 2017. Gli aumenti sono stati concentrati in diversi stati endemici della regione amazzonica, compresi i comuni che recentemente hanno raggiunto significative riduzioni nella trasmissione.

Una buona notizia: nel 2018, l’Oms ha certificato il Paraguay come libero dalla malaria, il primo paese delle Americhe a ricevere questo status in 45 anni. Altri tre paesi – Algeria, Argentina e Uzbekistan – hanno richiesto la certificazione ufficiale dall’Oms.

Aumentano i casi ma diminuiscono i morti

Sebbene siano in aumento i numeri dei casi di malaria, il numero dei morti sta diminuendo. Tra i 2010 e il 2017 i decessi sono passati globalmente da 607.000 a 435.000.

Tutte le regioni tranne le Americhe hanno registrato riduzioni dei tassi di mortalità nel 2017 rispetto al 2010.

I maggiori decrementi si sono verificati nel Sud-Est asiatico (-54%), Africa ( -40%) e nel Mediterraneo orientale (-10%).

Tuttavia, nonostante questi guadagni, la riduzione dei tassi di mortalità è rallentata dal 2015, riflettendo le tendenze stimate nell’incidenza dei casi di malaria.

Le cause della diffusione della malaria

Lo strumento principale per prevenire la malaria sono le zanzariere trattate con insetticida. Il rapporto dell’Oms evidenzia importanti lacune nel loro uso.

Nel 2017, circa la metà delle persone a rischio in Africa non ha dormito sotto una rete trattata. Inoltre, un minor numero di abitazioni viene protetto da una spruzzatura residua interna rispetto a prima.

L’accesso alle terapie preventive che proteggono le donne incinte e i bambini dalla malaria rimane troppo basso.

C’è poi il problema della resistenza ai farmaci, preso molto seriamente dall’Oms che sta monitorando l’efficacia dei farmaci antimalarici e degli insetticidi a base di artemisina in tutti i paesi endemici.

La resistenza agli insetticidi è più diffusa. Degli 80 paesi endemici della malaria che hanno fornito dati per il 2010-2017, è stata rilevata la resistenza ad almeno una delle 4 classi di insetticidi in un vettore di malaria da un sito di raccolta in 68 paesi, un aumento rispetto al 2016 a causa del miglioramento della segnalazione e di tre nuovi paesi che riferiscono i dati per la prima volta. In 57 paesi, è stata segnalata la resistenza a due o più classi di insetticidi.

Le problematiche comuni segnalate dai paesi includono un’assegnazione insufficiente delle risorse e ritardi nelle erogazioni di finanziamenti, che incidono negativamente sulla capacità dei paesi di pianificare e acquistare medicinali in tempo utile per la stagione di trasmissione della malaria.

I finanziamenti necessari per cura e prevenzione

Per raggiungere gli obiettivi del 2030 della strategia globale sulla malaria, gli investimenti per la malaria dovrebbero raggiungere almeno 6,6 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 – più del doppio della quantità disponibile oggi.

I finanziamenti per la malaria si sono stabilizzati negli ultimi anni. Se analizzati su base pro capite paese per paese, sono diminuiti per molti paesi ad alto carico di malattia, con una media annuale di 2,32 dollari l’anno per persona a rischio. Questo livello di finanziamento si traduce in un minor numero di risorse disponibili per proteggere le crescenti popolazioni a rischio di malaria. Gli Stati Uniti rimangono il maggior donatore internazionale, contribuendo con 1,2 miliardi di dollari (39%) nel 2017.

Nonostante le significative crisi finanziarie vissute da molti paesi negli ultimi anni, è lodevole secondo l’Oms che i livelli di finanziamento siano rimasti stabili.

Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi del GTS, sarà fondamentale aumentare i finanziamenti internazionali e i contributi dei paesi endemici.

 

Barbara Zampini

 

 

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