Il gip ha respinto le richieste di archiviazione avanzate dalla Procura ipotizzando un comportamento negligente e omissivo dei sanitari

Morì per un malore tre giorni dopo essere stato dimesso dall’Ospedale presso cui era stato ricoverato per accertamenti cardiaci. Era il luglio 2013 e quattro cardiologi del nosocomio furono iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. A conclusione delle indagini preliminari, nonostante ben due richieste di archiviazione da parte della Procura nei confronti dei camici bianchi, il gip ha deciso di procedere con l’imputazione coatta disponendo, inoltre, l’iscrizione nel registro degli indagati anche del primario del reparto di cardiologia.

Per il giudice delle indagini preliminari, infatti, il decesso “non può che essere ricondotto al comportamento negligente e omissivo dei medici della cardiologia ove fu ricoverato”. L’uomo, un 50enne della provincia di Salerno, era stato dimesso dopo sette giorni di permanenza in ospedale con una diagnosi di sindrome coronarica e il consiglio di praticare una scintigrafia da sforzo. In Ospedale, infatti, sarebbe stato sottoposto a una prova da sforzo ma sembra che le sue condizioni non avessero consentito di portare a termine l’accertamento. Il paziente tuttavia non riuscì a svolgere l’esame in quanto dopo pochi giorni fu colto da malore fatale.

Il giudice, già nella prima ordinanza con cui disponeva ulteriori indagini riteneva inspiegabile che il paziente fosse stato dimesso quando la stessa diagnosi di dolore toracico aveva suggerito, una settimana prima, il ricovero in cardiologia. Successivamente, dall’integrazione della documentazione medica acquisita in seguito che il legale della famiglia si era opposto alla prima richiesta di archiviazione da parte della Procura, era emersa l’alterazione di alcuni valori che non erano stati annotati in cartella clinica.

In particolare, una consulenza tecnica ha evidenziato un incremento, sia pur modesto, della troponina, che doveva far pensare ad un infarto miocardico. Tale incremento, se annotato, avrebbe consigliato la dimissione del paziente o comunque l’avrebbe accompagnata con la prescrizione di “ben differenti cautele”. Secondo il gip, pertanto, i quattro medici e il primario sarebbero partecipi di una condotta che non tenne conto di alcuni valori anomali emersi dalle analisi cliniche. “Ritiene questo giudice – si legge nell’ordinanza di imputazione coatta – che deve certamente ascriversi a comportamento negligente l’aver tralasciato i dati dei valori della troponina…(..)…sia nel caso in cui non sono stati trasmessi, perché andava comunque sollecitato l’invio, sia nel caso in cui sebbene trasmessi non sono stati considerati (con conseguente responsabilità di tutti i medici del reparto che si succedettero in quei giorni ivi compreso innanzitutto il primario)”.

 

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