Decisivi i risultati dell’autopsia, che hanno escluso la responsabilità dei sanitari, chiarendo che la giovane sarebbe deceduta a causa di un’aritmia

Il provvedimento lascia molti dubbi ai familiari, ma il Giudice per le indagini preliminari di Vicenza ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di cinque medici indagati per la morte di una giovane donna al settimo mese di gravidanza, deceduta un anno fa presso l’Ospedale di Bassano del Grappa  assieme al piccolo che stava per dare alla luce.

I sanitari, tutti in servizio presso il reparto di ostetricia e ginecologia, erano accusati di omicidio colposo, in seguito all’esposto presentato dai parenti e dal compagno della donna. La ragazza, 36 anni, era stata ricoverata in Ospedale il 28 dicembre dello scorso anno con febbre, forti dolori e perdita di liquido amniotico. I medici avevano subito riscontrato il decesso del feto, ma dopo poche ore anche le condizioni della mamma si erano aggravate tanto che la donna entrò in coma e morì  nonostante i disperati tentativi di rianimazione .

La vicenda aveva colpito profondamente l’opinione pubblica. Parallelamente all’inchiesta aperta dalla Procura, il Ministero della Salute aveva inviato una task force per indagare sull’accaduto. Nei mesi successivi il compagno della ragazza ha iniziato un viaggio a piedi per l’Italia con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca contro la fibrosi cistica; un progetto di beneficienza – ideato proprio assieme alla donna per portare sollievo  ai bambini malati – che ha ottenuto il plauso anche di Papa Francesco, da cui l’uomo ha ricevuto una telefonata di incoraggiamento.

Nei giorni scorsi , dunque, è stata accolta la richiesta di archiviazione a carico degli indagati presentata lo scorso 3 ottobre dal Pubblico ministero. Decisive in tal senso le consulenze disposte dalla Procura sui risultati dell’esame autoptico che hanno evidenziato come causa del decesso ‘un’aritmia dovuta a una grave cardiopatia mai diagnosticata’. I periti pertanto hanno escluso qualsiasi responsabilità medica, sottolineando invece che ‘il trattamento medico a cui è stata sottoposta la paziente è risultato adeguato al quadro clinico che si presentava alla data del ricovero e tempestivo nel suo svolgersi, rispondente nelle linee guida di riferimento’.

“Ho appreso con soddisfazione dell’archiviazione del procedimento penale a carico del personale di ostetricia e ginecologia – ha affermato il direttore generale dell’Azienda sanitaria –  È evidente però che il segno che un lutto lascia innanzitutto sui familiari, ai quali sono vicino, e anche al personale medico e infermieristico, non viene cancellato dalle sentenze dei tribunali”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui