Il presidente Antonio De Palma commenta la richiesta delle Regioni di maggiori risorse in Manovra per il piano assunzioni del personale sanitario

“Bene hanno fatto le Regioni a chiedere più risorse per il piano assunzioni del personale sanitario. Le risorse richieste dagli Enti non dovrebbero essere semplicemente rese disponibili, ma venire destinate anche ai contratti, vincolandole al riconoscimento di quelle professioni che da 10 anni sono state penalizzate dalle dinamiche contrattuali”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma commenta le richieste avanzate dalle Regioni in audizione presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato per gli Enti locali sulla Manovra.

“Si parla delle professioni sanitarie e delle professioni sociali che ancora non ottengono il dovuto riconoscimento economico e retributivo in relazione alle elevate responsabilità che esprimono” sottolinea il rappresentante del sindacato degli infermieri. “Quindi noi diciamo: soldi sì, perché utilizzati anche per integrare le risorse destinate al rinnovo del Ccnl della sanità, di cui peraltro non abbiamo ancora contezza precisa. Soldi che sarebbero stati previsti nel Documento di programmazione economico-finanziaria ai fini del rinnovo dei contratti pubblici”.

Per il Nursing Up si tratta di stanziamenti in più che dovrebbero esser destinati anche a riconoscere le legittime aspettative degli operatori sanitari.

“L’integrazione richiesta dagli Enti locali – rimarca ancora De Palma – è importante perché se utilizzata nel senso auspicato potrebbe contribuire alla realizzazione di un piano assunzioni in grado di compensare realmente al 100% il turnover. Anche perché, in un settore tanto delicato come la sanità, non è più accettabile questo stillicidio in termini di mancati concorsi e mancate assunzioni di personale che si protraggono almeno da 10-15 anni con tutte le conseguenze del caso, in termini di efficienza ed efficacia, nonché di relative ricadute sul cosiddetto universalismo del Ssn”.

Il Sindacato ricorda come durante l’audizione, le Regioni abbiano apprezzato l’aumento di 2 mld del Fsn 2020 ma contestualmente abbiano chiesto garanzie sul Fsn 2022, oltre all’innalzamento del tetto di spesa per il personale.

“A questo punto – conclude De Palma – occorre non solo una compensazione del turnover, ma anche la reintegrazione delle risorse umane che nel frattempo sono state perse e non sono state compensate. E noi infermieri, che siamo scesi di ben 10mila unità da 270mila a 260mila professionisti sanitari in forze al Ssn, lo sappiamo bene che nelle Aziende sanitarie le piante organiche sono diventate ormai un elemento aleatorio”.

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