Risarcimento da 2 milioni di euro per una donna vittima di un clamoroso errore medico: i medici non si accorsero di una emorragia cerebrale in corso
Quel giorno del 2006, i medici dell’Ospedale Piove di Sacco, a Padova, non si accorsero di una emorragia cerebrale in atto su una paziente.
E il ritardo nella diagnosi le ha provocato danni che sono stati quantificati dai giudici nell’ordine dei due milioni di euro.
Ma andiamo ai fatti.
La donna, 53 anni e già invalida al 50%, il 6 aprile del 2006 era stata accompagnata dai familiari al Pronto soccorso di Piove di Sacco alle 6.30.
Nonostante fosse stata registrata in codice rosso, la donna è rimasta lì per ore senza essere sottoposta nemmeno a una Tac.
I medici, dunque, non si accorsero di una emorragia cerebrale che era effettivamente in corso. Perché nessuno fece accertamenti per tempo.
Intorno a mezzogiorno, qualcuno stabilisce di trasferire la donna nel reparto di Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliera.
Soltanto allora la situazione si palesa in tutta la sua gravità.
La donna viene sottoposta immediatamente a un intervento chirurgico e viene salvata.
Ma dopo un’attesa lunga sei ore, in cui i medici non si accorsero di una emorragia cerebrale in atto, i danni sono irreparabili.
Nel corso della lunga causa la difesa della Asl 3 Serenissima ha cercato di dimostrare che l’ospedale di Piove di Sacco non aveva colpe.
Non solo. La difesa ha sostenuto che a ritardare l’intervento erano stati i sanitari dell’ospedale di Padova. Ma i periti del Tribunale hanno escluso responsabilità a loro carico.
Ad oggi, dopo undici anni, i danni riportati dalla donna sono gravissimi.
Dal 6 aprile 2006, infatti, la signora non può più vestirsi da sola, né prepararsi da mangiare.
È vittima di un disturbo della personalità a tratti aggressivo, ossessionata dagli spazi stretti, dalla voglia di stare all’aperto e dev’essere seguita 24 ore su 24 da una badante.
A seguito della consulenza del medico legale Antonello Cirnelli, è stato appurato che questo dramma si sarebbe potuto evitare, ma i medici non si accorsero della emorragia cerebrale in corso e tutto ciò che venne fatto in seguito ha avuto il solo effetto di evitarle la morte.
Ma non ha limitato i danni.
Per tali ragioni, il Tribunale di Venezia ha stabilito che alla donna spetti un risarcimento di 2 milioni di euro, oltre ad interessi e alla rifusione degli ingenti costi sostenuti per le consulenze medico legali esperite nel corso della causa.
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