L’idea della Società italiana di medicina di emergenza urgenza per ovviare, in tempi rapidi, alla carenza di organici, ricorrendo a medici non specialisti da iscrivere contestualmente in sovrannumero alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza

I Pronto soccorso (Ps), dal Nord al Sud, “sono a rischio chiusura”. E’ l’allarme lanciato dal presidente Simeu, Francesco Rocco Pugliese che sottolinea come i medici mancanti siano ormai oltre 2.000 e non si riescano più a coprire i turni. La Società italiana di medicina di emergenza urgenza, con un documento firmato da 200 direttori di Ps, lancia una proposta “urgente per tamponare i prossimi 5 anni”: assumere medici non specialisti, anche neo-laureati, o con una specializzazione diversa, da iscrivere contestualmente in sovrannumero alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza. La loro formazione avverrebbe per la parte pratica nei dipartimenti d’emergenza, integrata poi dalla formazione teorica nelle sedi universitarie.

In questa maniera, sottolinea Pugliese, “si ovvierebbe in tempi rapidi alla drammatica carenza di medici nei Pronto Soccorso, con un provvedimento che consentirebbe nell’arco dei prossimi 5 anni di comporre i futuri organici di Ps con soli specialisti in Medicina d’emergenza urgenza”.

Tali medici sarebbero destinati nell’immediato, “alla gestione di pazienti con codice a minore priorità ed eseguirebbero la formazione pratica sul campo sotto la supervisione dei direttori”.

Non si tratta di “dequalificare i medici d’urgenza – chiarisce il presidente Simeu – ma è necessario tamponare l’emergenza che si prevede per i prossimi 5 anni. La nostra è una proposta urgentissima, una misura-tampone temporanea ed eccezionale”.

Il documento dell’Accademia dei direttori Simeu è indirizzato in primis al capo dello Stato Sergio Mattarella e al ministro della Salute Roberto Speranza.

La Simeu chiede anche di “risolvere le carenze strutturali e organizzative”, a partire dalla previsione di un numero congruo di posti letto, e di intervenire sul “grave disagio lavorativo cui sono sottoposti i medici d’urgenza, e che rende poco attrattiva questa professione”. Ciò anche intervenendo decisamente contro il fenomeno delle aggressioni sul luogo di lavoro e prevedendo una valorizzazione economica del lavoro in Emergenza. L’obiettivo, conclude Pugliese, è pure “arrestare l’attuale fuga dai Ps di professionisti preziosi e difficilmente sostituibili”. 
   

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