Medicina clinica contro medicina legale? No, solo confusione culturale!

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La medicina legale contro la medicina clinica? No, solo preconcetti di natura culturale o, forse, voglia matta di essere una casta impunibile! Una ‘guerra’ di botta e risposta sui social

La medicina clinica si sente attaccata dalla medicina legale e, anzi, addirittura dalla stessa medicina clinica fatta da ctu specialisti clinici perché spesso incompetenti e privi della esperienza necessaria per giudicare il “giudicato”.

Interessante dibattito (solo l’ultimo della serie su LinkedIn) di cui vi riporto una affermazione che la dice lunga sull’equilibrato contraddittorio che si instaura sull’argomento della c.d. complicanza:

“Carmelo Galipò parla di cose di cui non conosce nulla. Facile riempirsi la bocca di frasi fatte. Spesso (anzi sempre) i periti di cui parla lei sono ‘chirurghi’ che non hanno mai messo piede in una sala operatoria. ‘I piatti li rompe chi li lava’ e chi dice di non aver avuto complicanze è perché ha fatto un solo caso ed è stato anche fortunato. La saluto”.

Quanto affermato dal collega mette in evidenza come la c.d. complicanza sia concepita come “qualcosa che non si può evitare” sol perché succede.

Ma la verità è che non si cerca quasi mai di spiegare perché succede e se si poteva evitare.

Oltre ad invitarvi ad ascoltare il video vi porto un estratto della sentenza della Suprema Corte di Cassazione dell’ottimo Cons. Marco Rossetti che penso sia chiara sul concetto di complicanza:

“…le generiche affermazioni del consulente d’ufficio, secondo cui il danno patito dalla paziente doveva ritenersi una ‘complicanza’ erano giuridicamente irrilevanti, posto che il medico per andare esente da condanna ha l’onere di provare in concreto l’esatto adempimento della propria obbligazione, e non gli è sufficiente che la sussistenza d’una causa di esclusione della colpa possa essere solo astrattamente ipotizzabile“.

Ecco, con questa breve riflessione del Consigliere Marco dott. Rossetti spero di aver reso chiaro il concetto anche a quei colleghi che spesso mi attaccano su Facebook senza conoscere l’argomento di cui stanno discutendo.

Dr. Carmelo Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

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