Il Sindacato interviene sulla polemica relativa alla riorganizzazione della medicina di urgenza che ha interessato la località toscana

Lo SMI interviene sulla polemica riguardante quella che per il Sindacato rappresenta la sostituzione di una postazione medicalizzata con un’infermieristica all’isola d’Elba nel periodo estivo. “Il nostro sindacato da sempre chiede un’integrazione del sistema emergenza urgenza con la figura professionale dell’infermiere”. A sottolinearlo in una nota sono Nicola Marini e Giorgio Fabiani, rispettivamente Segretario regionale e responsabile regionale per l’emergenza sanitaria territoriale della Toscana.

“Già mesi fa – proseguono – era stata paventata la medesima “riorganizzazione” anche a Livorno. In quell’occasione lo SMI, appoggiato dall’ordine di Livorno e da FNOMCeO, aveva fatto presente che migliorare il servizio non corrispondeva al Task shifting (la sostituzione di una figura professionale con un’altra)”.

Proprio la Federazione dei medici, ha recentemente chiesto sul tema un tavolo di confronto urgente al Ministro Grillo. L’obiettivo è quello di chiarire e risolvere i numerosi aspetti critici del servizio di emergenza territoriale. Il tutto partendo dal presupposto che il miglior soccorso possibile è quello fornito da medico più infermiere.

“Considerato che questo presunto riordino scatena polemiche sulla sicurezza, crea tensioni ai sindaci ed ai cittadini, non porta risparmio e può essere strutturato in un modo migliore e condiviso, ci domandiamo perchè farlo subito” si chiedono i due medici dello SMI.

“La giustificazione che ci viene data sta nella mancanza di medici disposti e disponibili ad effettuare questo tipo di servizio rischioso e malpagato”.

“E’ vero – evidenziano ancora Marini e Fabiani – la carenza dei medici esiste. E’ innegabile, in primis, perché gran parte dei medici che hanno un contratto in convenzione con il 118 (in attesa da decenni di un passaggio alla dipendenza) lavorano in una condizione di precarietà nei pronto soccorso per garantire la continuità del servizio di emergenza che l’azienda sanitaria non riuscirebbe a soddisfare a causa della disponibilità dei pochissimi medici dipendenti assunti”.

“Inoltre – aggiungono – va rilevato che numerose altre Regioni d’Italia si sono mosse in anticipo attrezzandosi, riaprendo i corsi di abilitazione all’esercizio della medicina d’urgenza territoriale per garantire la tenuta del sistema, mentre la Regione Toscana non organizza corsi da oltre dieci anni, per poi dire che non esistono medici disponibili a lavorare nel 118 o impossibilitati per mancanza di questo titolo. La Regione Liguria, invece, ha aperto questi corsi e medici, soprattutto giovani, fanno la fila per partecipare, arrivando persino a costituire una lista di attesa di tre anni. Questo è la conferma che vi sono professionisti desiderosi di lavorare e soprattutto giovani.

“Non smetteremo di batterci per migliorare il servizio sanitario pubblico a garanzia della salute e della sicurezza dei cittadini – concludono i due rappresentanti dello SMI – anche, e soprattutto, in situazioni di emergenza”.

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