Firmato il Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca che sancisce l’incremento dei posti per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia. Protestano le associazioni dei medici
“Per l’anno accademico 2020/2021 i posti per le immatricolazioni al corso di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, destinati ai candidati dei Paesi UE e non UE residenti in Italia, di cui all’art. 39, comma 5 d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, sono determinati a livello nazionale in n. 13.072”. Dopo le anticipazioni delle scorse settimane e le polemiche innescate tra le associazioni dei camici bianchi è arrivato il Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca, che sancisce l’incremento dei posti universitari per gli aspiranti camici bianchi.
“Nonostante i reiterati richiami e sollecitazioni – sottolineano i giovani medici dell’Anaao Assomed – il Ministro Manfredi ha emanato il decreto per aumentare gli accessi al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2020-2021. Siamo molto preoccupati – dichiarano – per la miopia di un Ministro che evidentemente non ha cuore il futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale, bensì risponde a logiche assai lontane dai bisogni emersi anche e soprattutto nell’emergenza pandemica da Covid19”.
“Per i nostri colleghi – prosegue il Sindacato – è stato deciso un destino precario e incerto, destinati come sono a stazionare nel limbo post laurea. E oggi sanno chi devono ringraziare per un futuro professionalmente frustrante”.
“Colpisce anche il silenzio con il quale il Ministro ha accolto le nostre proposte e cioè di aumentare in maniera consistente, almeno 5.000 per quest’anno, il numero dei contratti di formazione specialistica e delle borse di studio per il corso di formazione in Medicina generale, non certo gli accessi al corso di laurea. Mantenendo fermo l’obiettivo irrinunciabile di chiudere l’imbuto formativo con l’anno accademico 2021-2022”.
“Chiediamo – conclude l’Anaao Giovani – almeno una spiegazione dei motivi per cui sono state prese decisioni a discapito dell’intero sistema sanitario. Sarebbe opportuno e utile che un Ministro della Repubblica si assumesse la responsabilità delle sue scelte davanti ai protagonisti del sistema, se proprio fosse impossibile per lui condividerle”.
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