Al momento di nascere il piccolo presentava una rara complicanza, e secondo i periti le manovre eseguite dai sanitari potrebbero aver inciso nella determinazione della paralisi dell’arto

Ammonta a 226.181,40 euro, più le spese legali, il risarcimento riconosciuto dal Tribunale di Venezia a una coppia di Chioggia che aveva fatto causa alla locale Asl per una menomazione del braccio del proprio bimbo, dovuta a una rara complicanza insorta durante il parto avvenuto a settembre 2008.

Al momento di nascere il piccolo presentava, infatti, una distocia della spalla sinistra, ovvero una posizione all’interno dell’utero caratterizzata dal non allineamento della spalla con la testa e con il canale del parto. Un ostacolo che richiede un intervento rapido, per evitare rischi di soffocamento.

I medici, secondo quanto ricavato dalla cartella clinica, avevano praticato due manovre pediatriche, quella di Kristeller e la posizione di Mc Roberts. Il piccolo era nato presentando “petecchie al volto, ematoma al polso, emorragie sottocongiuntivali, marcata ipotonia arto superiore sinistro” e inoltre non alzava il braccino.

La visita medica eseguita a distanza di alcune settimane evidenziava una “paralisi ostetrica senza recupero del bicipite e degli estensori”. Gli interventi chirurgici di micro ricostruzione effettuati nei mesi successivi non hanno risolto il problema e al bimbo è stata riscontrata un’invalidità permanente del 35%.

In seguito alla decisione dei genitori di agire legalmente nei confronti della Asl il giudice, oltre ad acquisire la cartella clinica, ha disposto due perizie medico legali. I consulenti si sono trovati in accordo sul fatto che “la paralisi del plesso brachiale subita dal minore è stata determinata da problematiche insorte durante il parto”, e anche che “non sempre può essere determinata da eccessive trazioni (…) ma può essere conseguenza naturale della posizione assunta durante il parto”. Inoltre entrambi hanno escluso che neonato abbia subito “violente trazioni fetali” , sconsigliate da tutti i protocolli internazionali che regolano la materia.

Uno dei consulenti ha tuttavia rilevato che in simili frangenti la manovra di Kristeller sia da evitare ed entrambi hanno convenuto che qualora fosse stata eseguita, tale manovra “potrebbe aver inciso nella determinazione della paralisi subita” dal bimbo.

Sulla base di tali conclusioni il giudice ha emesso la sentenza che condanna la Asl alla liquidazione del danno sottolineando che, in materia civile, a differenza di quanto avviene in ambito penale, non vale la certezza “al di là di ogni ragionevole dubbio” ma conta il “più probabile che non”.

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