I Carabinieri del Nas, a partire da settembre, hanno condotto controlli su 968 aziende di ristorazione collettiva operanti all’interno di mense scolastiche. Tra le irregolarità più frequenti la sostituzione di alimenti DOP o biologici con altri di minore valore economico

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, unitamente al Ministero della Salute, ha realizzato, con l’avvio dell’anno scolastico 2019-2020, un piano di controllo nazionale finalizzato alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione mense scolastiche.

Il monitoraggio – spiegano i Nas – è stato pianificato per accertare la regolarità di tali servizi erogati nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, partendo dagli asili nido fino agli istituti superiori. Le verifiche, nello specifico, hanno riguardato le condizioni d’igiene nei locali di lavoro e nella detenzione degli alimenti, la rispondenza dei menù alle clausole contrattuali previste dai capitolati d’appalto, la qualità e la salubrità degli alimenti somministrati. Il tutto senza trascurare la regolarità delle maestranze impiegate ed il possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale.

L’attività ispettiva, avviata a settembre, ha interessato 968 aziende di ristorazione collettiva operanti all’interno di mense scolastiche.

Di queste, 198 hanno evidenziato irregolarità, determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per 204 mila euro.

Nello stesso contesto è stata disposta la sospensione dell’attività o il sequestro di 21 imprese di catering, dal valore economico stimato in circa 3 milioni di euro, per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali.

Sono state inoltre sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) riscontrati in assenza di tracciabilità, custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati nonché destinati all’impiego nelle pietanze sebbene di qualità inferiore a quanto previsto.

Le violazioni penali più ricorrenti contestate ai 27 gestori e titolari delle imprese, deferiti alle varie Procure della Repubblica, sono proprio relative alla frode e alle inadempienze in pubbliche forniture, oltre che alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e alle inottemperanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Frequentemente, in base a quanto rilevato dai Carabinieri, sono gli alimenti DOP o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) ad essere sostituiti con altri di minore valore economico che, pur non presentando criticità igieniche, non posseggono alcuna denominazione di origine.

Ulteriori controlli hanno evidenziato l’utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati in luogo di quelli freschi dichiarati in contratto.

La maggioranza delle infrazioni riguarda invece l’ambito amministrativo come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti e la mancata attuazione dell’autocontrollo e della tracciabilità degli alimenti, fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione.

Non mancano, inoltre situazioni di mancata indicazione nei menù esposti all’utenza circa la presenza degli allergeni e di aree di cucina dove avveniva la preparazione dei alimenti per diete “speciali” in modo indistinto con le pietanze convenzionali, rappresentando un potenziale rischio di contaminazione crociata di sostanze altamente allergizzanti per alunni sensibili a causa di condizioni patologiche.

Leggi anche:

PASTI PORTATI DA CASA NELLE MENSE SCOLASTICHE, STOP DALLA CASSAZIONE

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui