Ad eliminare il modello F23 potrebbe essere la proposta di legge per la semplificazione fiscale. Ecco che cosa potrebbe cambiare

La legge per la semplificazione fiscale, a sostegno delle attività economiche e delle famiglie e per il contrasto dell’evasione fiscale, potrebbe mandare in soffitta il modello F23.

La proposta di legge è frutto del lavoro congiunto tra Lega e Movimento 5 Stelle. Essa prevede l’estensione dell’F24, con l’individuazione di ulteriori entrate da versare tramite lo stesso modello.

L’addio all’attuale modello F23 sarebbe frutto dell’ampliamento dell’ambito applicativo del modello di pagamento unificato F24 a una serie di imposte e tributi. Per alcuni di queste, al momento, è previsto il pagamento unicamente tramite l’utilizzo del modello F23.

Questo comporterà una evidente semplificazione nella gestione dei pagamenti. Ma non solo.

Ci sarà anchela possibilità per i contribuenti di utilizzare crediti in compensazione che risulta invece inibita in tutte le ipotesi di utilizzo del modello F23.

Ma perché conviene eliminarlo?

Il modello F24 sarà utilizzato per i pagamenti dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di registro e dell’imposta ipotecaria. Inoltre, si userà per il pagamento dell’imposta catastale e delle tasse ipotecarie, dell’imposta di bollo, dei tributi speciali, dei tributi locali comprese le tariffe per i servizi, sui relativi accessori, interessi e sanzioni, compresi gli oneri e le sanzioni dovuti per l’inosservanza della normativa catastale, comprese altre entrate individuate con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con i ministri competenti per settore.

L’accantonamento del modello F23 è auspicato da tempo anche dai commercialisti.

A ribadirlo è stata anche un’audizione presso la commissione finanze del Senato, poiché risulta difficilmente giustificabile la presenza di due diversi modelli di pagamento dei tributi (F23 ed F24).

Il Cndcec nella sua relazione ha chiarito come la compensazione costituisca una delle modalità estintive dell’obbligazione tributaria prevista anche dalla legge n. 212/2000.

Infine, segnala anche come la presenza di due modelli di pagamento distinti rappresenti una discriminazione ingiustificata tra i contribuenti che devono pagare imposte con l’uno o l’altro modello.

 

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