Il Tribunale ha inflitto una pena di sei mesi alla mamma e al papà di un bimbo morto a sette mesi, pochi giorni dopo le dimissioni da una struttura sanitaria fiorentina dove era stato ricoverato per una forte disidratazione
Sei mesi per omicidio colposo. E’ la pena (sospesa) stabilita dal Tribunale di Firenze nei confronti dei genitori di un bimbo morto a sette mesi di vita all’ospedale Meyer nell’agosto del 2015.
Il piccolo – come ricostruisce Firenzetoday – era stato ricoverato all’ospedale di Borgo San Lorenzo un mercoledì per una forte disidratazione da gastroenterite acuta. Non aveva segni di febbre e due giorni dopo era stato dimesso previa prescrizione di un’opportuna terapia. Le sue condizioni cliniche, infatti, si presentavano buone: elettroliti normalizzati, parametri vitali nella norma e attività intestinale in via di ordinaria ripresa.
La domenica successiva, tuttavia, alle 23 circa, i genitori avevano chiamato il 118, segnalando che il figlio era in arresto cardiocircolatorio.
Nonostante la corsa in ospedale e i disperati tentativi di rianimazione messi in atto dai medici per il bambino non c’era stato nulla da fare.
Gli stessi genitori avevano ritenuto di sporgere denuncia convinti della sussistenza di responsabilità mediche per quanto accaduto. La Procura aveva quindi aperto un fascicolo sul caso, disponendo l’acquisizione della documentazione sanitarie e lo svolgimento dell’esame autoptico.
Ma gli esiti delle indagini hanno finito per ritorcersi contro i denuncianti. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, sarebbero stati proprio la mamma e il papà del bimbo a “porre in essere condotte negligenti e imprudenti”.
I due, infatti, non avrebbero portato il figlio alla visita di controllo fissata per la domenica mattina e, nel corso della stessa giornata, all’insorgere di un nuovo malessere del piccolo non lo avrebbero portato in ospedale limitandosi a somministrargli alcuni farmaci e ricostituenti. La chiamata al 118 sarebbe arrivata solamente quando il bimbo aveva cominciato a manifestare palesemente una grave crisi respiratoria. Le motivazioni della sentenza sono attesi entro 90 giorni.
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