Tre medici sono stati assolti per il caso di un uomo di 55 anni, morto per una emorragia nel 2011 a seguito di un intervento chirurgico

Era il 2011 quando M.T., 55 anni, è morto per una emorragia a seguito di un intervento per l’asportazione di una cisti di echinococco nell’unità di Rianimazione delle Cliniche di Sassari.

Per questo decesso, tre medici erano finiti sul banco degli imputati, ma la sentenza di ieri ha deciso per l’assoluzione di tutti e tre i sanitari.

A motivarlo è stato il pubblico ministero Paolo Piras nella sua requisitoria che si è conclusa con la richiesta di assoluzione dei chirurghi S. D., F. S. e M. T. quest’ultimo all’epoca responsabile del reparto delle Cliniche San Pietro.

I tre medici assolti (erano difesi dagli avvocati Stefano Carboni, Pietro Piras e Antonello Urru.

L’assoluzione è giunta perché il fatto non sussiste. Nessuna responsabilità, dunque, per i tre medici.

“L’intervento è stato eseguito correttamente nel rispetto delle linee guida internazionali”, ha detto il pubblico ministero, confermando quanto già dichiarato in una precedente udienza dal perito Marco Spissu, nominato dal giudice.

La vittima, 55 anni, era un allevatore. Il 24 ottobre 2011 è stato ricoverato nell’unità di Patologia chirurgica delle Cliniche per l’asportazione di una cisti di echinococco di dieci centimetri vicino al fegato.

L’intervento non aveva presentato problemi, ma subito dopo le complicanze di una emorragia hanno condotto il 55enne alla morte 8 giorni dopo.

I familiari si erano costituiti parte civile con l’avvocato Antonio Secci.

Secondo il consulente dell’accusa – la dottoressa Rita Celli – “quella cisti non doveva essere asportata radicalmente ma solo parzialmente decapitata”.

Tuttavia, nel corso del processo è emerso che l’unica via da percorrere era invece la rimozione.

Aspirare semplicemente la cisti sarebbe stato rischioso e poco efficace.

A causare il decesso dell’uomo morto per una emorragia è stata purtroppo una vena usurata e troppo debole all’interno della quale era collocata la cisti.

Oltre ai tre medici è stata assolta anche la dirigente sanitaria e moglie di uno dei tre medici.

La donna era accusata di falso ideologico relativamente alla certificazione della casistica operatoria del marito nell’ospedale dal 1989 al 2005.

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