Il paziente, ricoverato in regime di Tso nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vibo Valentia, si sarebbe lanciato da un’altezza di almeno 5 metri. Si valutano eventuali responsabilità sanitarie

I nomi di quattro medici sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di un paziente  di 41 anni ricoverato in regime di Tso presso l’ospedale di Vibo Valentia. L’uomo, originario di Gioia Tauro, lo scorso 30 luglio si è lanciato nel vuoto da un’altezza di almeno 5 metri dalla scala antincendio attigua al reparto di psichiatria. Parti offese sono i familiari della vittima.

L’esame autoptico disposto dalla locale Procura avrebbe fatto emergere come causa del decesso i vasti traumi interni patiti dalla vittima nell’impatto con suolo, in particolare quelli alla testa, che non avrebbero lasciato scampo al quarantunenne, deceduto a distanza di poche ore dall’episodio nonostante i soccorsi prestati.

L’Azienda sanitaria, subito dopo l’accaduto, aveva avviato una indagine interna così come comunicato dal commissario straordinario Giuseppe Giuliano.

“Un atto dovuto – ha sostenuto Giuliano – in quanto c’è la stringente necessità da parte dell’azienda di capire i contorni di questa dolorosa vicenda. Pertanto si è messa subito in moto, già da giovedì stesso, l’attività della commissione che sta procedendo all’escussione dei medici di Psichiatria del nosocomio cittadino per accertare l’esistenza o meno di responsabilità”.

 “La vittima – ha aggiunto – era una persona sottoposta a Tso che, a quanto risulta, era quasi un habitué del reparto. Adesso bisogna vedere se ci sono state delle omissioni da parte del personale sanitario e pertanto aspettiamo l’esito degli accertamenti che espleterà la commissione d’inchiesta interna che abbiamo avviato qualche ora prima che l’autorità giudiziaria venisse a requisire tutta la documentazione sanitaria della vittima”.

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